La Nuova Sardegna

Il mistero di un delitto rimasto senza colpevoli

Il mistero di un delitto rimasto senza colpevoli

Nel 1962 Edmund e Vera Townley furono trucidati a colpi di fucile in un prato in pieno giorno

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Nell’ottobre del 1962 su molti giornali italiani e stranieri apparve la notizia di un duplice omicidio avvenuto a Orgosolo. Una coppia di cittadini inglesi, Edmund e Vera Townley, era stata assassinata in pieno giorno, su un prato poco fuori dal centro abitato, in circostanze misteriose. In una Sardegna in cui il turismo stava muovendo i primi passi, l’omicidio di due stranieri era un fatto del tutto straordinario; ad accrescere la curiosità della stampa era stata la scoperta del contesto sociale in cui i fatti erano avvenuti: una cittadina di 4500 anime nella quale una cieca faida fra due famiglie, i Mesina e Muscau, aveva negli ultimi vent’anni provocato circa 500 omicidi, puntualmente annunciati in anticipo sui muri del cimitero. Una cultura arcaica e chiusa, dominata da una legge ancestrale e spietata, segnata da rituali di cui da pochissimi anni gli etnografi avevano cominciato a interessarsi seriamente.

Norman Lewis, scrittore già celebre per i suoi libri di viaggio, decide di interessarsi alla vicenda e come in una detective story ricostruisce le circostanze del delitto e lentamente, allargando il fuoco dell’attenzione, delinea con grande efficacia il contesto storico e sociale in cui esso è avvenuto. Ad attirarlo in Sardegna è la sopravvivenza nel cuore dell’Europa di una figura antica e per molti versi leggendaria, quella del bandito. Ma partendo da un delitto misterioso e seguendo il profilo di una figura apparentemente romantica, quello che la prosa elegantissima di Lewis ancora una volta racconta è uno squarcio di storia sociale e umana tragica quanto appassionante. Una storia di esclusione, povertà e repressione, che punta il dito su uno Stato lontano quando non ostile. Una storia da non dimenticare.

Lewis, definito da Graham Greene uno dei massimi scrittori del XX secolo, è autore di tredici libri di narrativa di viaggio e altrettanti, meno conosciuti, romanzi. Fra i titoli pubblicati in italiano, «Un dragone apparente. Viaggi in Vietnam, Laos e Cambogia» (EDT 2016), «Napoli ’44» (Adelphi 1993), «La dea nelle pietre. Viaggi in India» (Feltrinelli 1993).

Il reportage di Lewis è accompagnato dalla pubblicazione per la prima volta in Italia del set completo delle straordinarie fotografie scattate nel 1954 a Orgosolo dal grande fotografo Pablo Volta per conto dell’editore francese Buchet-Chastel: documentazione visiva originale di una società e di un’epoca affascinante e drammatica, al tempo stesso vicina e lontanissima. Pablo Volta nasce a Buenos Aires nel 1926. Inizia a farsi conoscere come fotografo free lance alla fine degli anni Quaranta, quando partecipa a Roma alla fondazione della prima cooperativa fotografica italiana sul modello della Magnum, «Fotografi associati». Raggiunge il successo a Parigi dove documenta attraverso le sue fotografie anni, i momenti più intensi della vita culturale e politica europea nella seconda metà del XX secolo. Negli anni 1950, realizza una serie di reportage fotografici in Sardegna, rivelando alcuni aspetti della vita dell'isola fino ad allora praticamente sconosciuti.

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