La Nuova Sardegna

Abusi edilizi in Costa Smeralda, inchiesta riaperta

di Giampiero Cocco
Il blitz del pm Fiordalisi all'hotel Romazzino
Il blitz del pm Fiordalisi all'hotel Romazzino

La Cassazione dà ragione al pm Fiordalisi: annullato il dissequestro degli hotel sott'accusa per gli ampliamenti

22 dicembre 2015
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PORTO CERVO. Sulla lunga battaglia giudiziaria intentata dalla procura della Repubblica contro i presunti abusi edilizi commessi negli hotel a cinque stelle della Costa Smeralda interviene, sostenendo le tesi della pubblica accusa, anche la Cassazione. I giudici della terza sezione penale della Corte Suprema, nella sentenza depositata giorni fa, hanno annullato l'ordinanza di dissequestro emessa dal tribunale del riesame di Tempio nel marzo del 2015 e ha disposto un nuovo giudizio che sarà affidato, a brevissimo termine, a un nuovo tribunale della libertà.

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In ballo ci sono interessi edilizi stellari, ovvero le 17 ville con piscina al Pitrizza, le tre suite presidenziali dell’hotel Cervo realizzate ristrutturando le vecchie dependance del personale, le sette family suite dell’hotel Romazzino con annesse le piscine private oltre alle sale ristorante, i baretti fronte mare, le terrazze per il relax e i barbecue con vista sul mare.

Diverse migliaia di metri cubi di cemento realizzati utilizzando la deroga edificatoria del Piano casa, progetti e realizzazioni sulla fascia costiera che, con l'inchiesta portata avanti da alcuni anni da Domenico Fiordalisi, il capo della procura della Repubblica di Tempio, vennero posti sotto sequestro preventivo con un provvedimento firmato dal gip del tribunale di Tempio, Marco Contu.

Un sequestro propedeutico alle demolizioni che venne impugnato dai difensori di Mariano Pasqualone - l'amministratore delegato della Sardegna Resorts, la società controllata dal Qatar che possiede le proprietà immobiliari della Costa Smeralda - indagato per corruzione, concorso in abusi edilizi e altri reati. I legali ottennero il dissequestro degli immobili poco prima dell'avvio della stagione turistica 2015.

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La procura della Repubblica impugnò il provvedimento e ieri l'altro la Cassazione ha depositato le motivazioni della sua importantissima decisione. Si parte dell’errata, stando ai giudici della Suprema Corte, valutazione sulle opere realizzate illecitamente.

In parole povere quelle volumetrie, così come accertato dalla indagine della Procura della Repubblica di Tempio, non potevano essere concesse in quanto parte degli immobili già realizzati nei tre hotel risultano costruiti abusivamente. Nel confermare la legittimità dell'indagine della Procura la Corte di Cassazione motiva dettagliatamente la sua sentenza di rigetto e rinnovo del giudizio di merito.

«In maniera del tutto ingiustificata il tribunale di Tempio, pur avendo riconosciuto che il calcolo della percentuale di volumetria assentibile era stato fatto sulla base di dati errati, ha, inspiegabilmente, ritenuto che nella edificazione in tal modo realizzata per conto dell'odierno indagato (Mariano Pasqualone, n.d.r.) non fosse ravvisabile il fumus commissi delicti idoneo a consentire il mantenimento della misura cautelare disposta dal gip. L'ordinanza già di per questo sarebbe meritevole – scrivono i giudici della Cassazione – dell'annullamento stante la palese impossibilità di ricostruire il ragionamento che ha condotto il tribunale alla descritta decisione. Parimenti priva di idonea motivazione è la decisione del tribunale di ritenere comunque non suscettibile di essere conservato il provvedimento cautelare reale in ragione della asserita carenza del requisito della attualità. Al riguardo va, in primo luogo, considerata la circostanza che nel caso in specie, trattandosi di sequestro finalizzato ad anticipare gli effetti delle rimozione delle opere abusive, conseguente alla adozione di una eventuale pronunzia di condanna in ragione della loro abusività, non vi è ragione di valutare la esistenza o meno della concretezza e della attualità del pericolo nel ritardo posto che è la stessa condizione di illiceità delle opere eseguite che rende manifesta la sussistenza di un pericolo di aggravamento del danno».

Il riferimento della Suprema corte è alla violazioni in ambito paesaggistico e ambientale. Ora non resta che attendere la fissazione del nuovo ricorso al tribunale del riesame e l'ordinanza che il collegio emetterà sul provvedimento di sequestro preventivo disposto dal gip Marco Contu.

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