Audrey Hepburn e gli Orunesu: «Fino al Pevero su un'Ape, le nostre vacanze in Sardegna»
Parla Luca Dotti, il figlio che ha ricostruito in un volume la vita dell’attrice: «Passavamo le estati in Costa Smeralda, un rapporto durato vent’anni»
ROMA. «Il rapporto di mia madre con la Sardegna è durato una ventina d’anni. Molti di più, se consideriamo tutto il tempo trascorso in casa nostra con la famiglia Orunesu. La vostra isola per la nostra famiglia ha sempre rappresentato qualcosa di speciale».
Luca Dotti guarda dietro di sè e rivede gli felici vissuti con sua madre tra la Svizzera, Roma e la Sardegna. Il secondogenito dell’attrice, nato nel 1970 dal matrimonio con lo psichiatra Andrea Dotti, non fa fatica a ricordare date, sensazioni, profumi.
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«Abbiamo avuto una casa al Piccolo Pevero dal 1974 e l’abbiamo frequentata per quasi due decenni con tutta la famiglia – racconta Dotti –. Erano estati lunghissime, stavamo al mare anche tre mesi. Arrivavamo a Olbia, che allora non aveva grandi servizi, e salivamo tutti, mamma compresa, a bordo della Fiat 500 di Giovanna Orunesu e ci dirigevamo verso la Costa Smeralda. Ricordo che qualche volta abbiamo fatto lo stesso tragitto a bordo di un’ape... La Sardegna di allora era un posto molto selvaggio, dove l’assenza di particolari lussi si coniugava alla perfezione con la libertà che si respirava e con la bellezza dei posti. Cosa facevamo con mamma? Andavamo al mare, noi bambini giocavamo e i grandi si rilassavano. Trascorrevamo tanto tempo insieme, una cosa che mamma amava molto».
Non frequentazioni saltuarie e casuali, dunque: la diva più amata di Hollywood si sentiva a casa in Sardegna e con i sardi. «Gli Orunesu per noi erano gente di casa – spiega Luca Dotti –. Io sono nato e cresciuto con loro, con Tina, Giovanni, Rochita, Giovanna, e poi Marilena e Pierluigi. Prima a Roma e poi a La Paisibile, la nostra casa in Svizzera. Giovanna mi ha cresciuto quanto mia madre: mi scarrozzava ovunque con la sua macchina, visto che mamma non aveva la patente, cucinava per me a qualsiasi ora; ricordo tutti i suoi modi di dire e le sue esclamazioni. Mamma aveva con tutti loro un grande feeling: in cucina, ad esempio, i suoi gusti nordici hanno incontrato col tempo un punto di equilibrio con quelli sardi, più forti e decisi».
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E poi c’era Giovanni, il mago del giardinaggio. «Mamma adorava le piante e i fiori – sorride il figlio di Audrey Hepburn – ed era incantata dall’abilità di Giovanni nel curare il giardino. Lui aveva e ha una straordinaria sensibilità con la natura, questo è davvero uno dei ricordi più cari di quel tempo. Insieme al tempo trascorso a tavola: per noi quello era il posto in cui si mangiava, ma anche in cui si parlava, studiava, discuteva. Mamma non amava molto i ristoranti, preferiva andare a fare la spesa o cogliere i frutti del giardino, e stare intorno al tavolo, che considerava un vero focolare. Per lei, che aveva conosciuto la fame vera durante la guerra, mangiare era un momento di pace, e noi condividevamo abitualmente questi momenti con gli Orunesu». (a.si.)