La Nuova Sardegna

Regione: chimica verde, patti da rispettare

di Silvia Sanna
Regione: chimica verde, patti da rispettare

L’addio di Eni, oggi vertice al ministero con Il governatore Pigliaru e l’assessore Piras. Ganau: il governo faccia da garante

14 gennaio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La storia sembra dare ragione ai diffidenti. A chi, cinque anni fa, storse il naso di fronte all’amore ritrovato tra Eni e la chimica in Sardegna. Perché l’annuncio sul mega polo bio a Porto Torres arrivò quando ancora si combatteva la battaglia per la difesa del Petrolchimico, o almeno di ciò che era sopravvissuto all’interno della grande area industriale. La svolta green dell’Eni sembrò sospetta. Ma di fronte a un progetto così rivoluzionario – che prometteva la rinascita di un territorio in ginocchio – i rappresentanti istituzionali non poterono girare la testa dall’altra parte. E arrivò la firma dell’accordo di programma. A quel tavolo sedeva anche Gianfranco Ganau, attuale presidente del consiglio regionale, nel 2011 sindaco di Sassari. Ora che Eni ha annunciato l’intenzione di abbandonare il progetto sulla chimica verde, cedendo il 70 per cento di Versalis, Ganau ricorda il patto a tre che si siglò quel giorno: «C’erano la Regione, gli enti locali e il Governo, alla presenza dei sindacati. Con il Governo nel ruolo di garante. Un ruolo che deve essere mantenuto anche se Eni, come sembra, dovesse andare via». Su questo punto, sulla necessità che i patti siano rispettati, l’isola parla con una voce sola. Oggi a Roma il concetto sarà ribadito dal governatore Francesco Pigliaru e dall’assessore all’Industria Maria Grazia Piras, durante il vertice convocato al ministero dello Sviluppo economico.

L’incontro al Mise. È il secondo in tre giorni. Martedì i rappresentanti sindacali e la delegazione di lavoratori sono rientrati da Roma insoddisfatti. L’Eni ha confermato la volontà di trovare un partner al quale cedere il 70 per cento di Versalis, società controllata che insieme a Novamont ha costituito la joint venture Matrìca, nata per portare avanti i progetti della chimica verde. Lo sciopero del 20 gennaio è confermato. Oggi al Mise – inizio fissato alle 11 – sono stati convocati Pigliaru e l’assessore Piras. Ci saranno il ministro Guidi e l’ad di Eni Claudio Descalzi. Al tavolo anche i rappresentanti delle altre regioni coinvolte nei riassetti di Eni: Veneto, Lombardia, Emilia e Sicilia.

Regione combattiva. La preoccupazione di sindacati e lavoratori è condivisa. Pigliaru e Piras faranno pressing sul governo perché intervenga su Eni e sul futuro della chimica verde. Chiederanno il rispetto dei patti del 2011, cioè garanzie sugli investimenti annunciati per il polo di Porto Torres. Non solo. C’è un’altra questione cruciale da affrontare. Alla fine del 2014 Eni ha venduto alla Saras l’80 per cento degli assets Versalis a Sarroch. Da quel momento alcuni impianti sono rimasti inutilizzati. La Regione chiederà che il governo interceda con l’Eni perché li ceda a Ottana Polimeri così da rendere possibile il rilancio del Pet. La rinascita della fabbrica avrebbe effetti positivi anche su Ottana Energia, ancora in attesa del responso di Terna sulle questioni energetiche. C’è un isola intera in attesa, da Nord a Sud. Oggi la Regione chiederà risposte.

L’appello di Ganau. Il presidente del consiglio regionale ricorda al Governo gli impegni presi: «I progetti della chimica verde prevedevano la nascita nel territorio di aziende di trasformazione delle bioplastiche, il mater B. Sinora non si è visto nulla. Anche il premier Renzi ha da poco detto che la chimica verde è essenziale, ora lo dimostri con i fatti».

In Primo Piano
Macomer

Accoltellò un ragazzo per una sigaretta. Pace tra i genitori: «Lo perdoniamo»

di Alessandro Mele
Le nostre iniziative