La Nuova Sardegna

la concussione sessuale

Un harem pagato con i sussidi di povertà

Un harem pagato con i sussidi di povertà

CAGLIARI. «Non è che hai il mese? No? Allora va bene, dobbiamo organizzare un incontro a tre, ma se l’altra ragazza non viene devi fare tu per tre»: a parlare è Adriano Puddu, l’interlocutrice è la...

26 gennaio 2016
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CAGLIARI. «Non è che hai il mese? No? Allora va bene, dobbiamo organizzare un incontro a tre, ma se l’altra ragazza non viene devi fare tu per tre»: a parlare è Adriano Puddu, l’interlocutrice è la giovanissima Sonia Cuccu. Quando il pm Daniele Caria ha letto per il tribunale quel brano di conversazione telefonica finito agli atti del processo, sul viso dell’ex sindaco di Portoscuso è comparso un sorriso. Il magistrato dell’accusa ha evitato di citare le frasi più hard, quelle che al tempo dell’indagine hanno fatto il giro d’Italia. Un giudizio però ha dovuto darlo: «Il contenuto di quelle telefonate è talmente esplicito da risultare agghiacciante». Agghiacciante per la volgarità, per il cinismo, perché in quelle spregiudicate disposizioni impartite al suo harem personale l’ex sindaco mette a confronto le sue voglie e il disagio sociale che dilaga a Portoscuso, lasciando che a prevalere siano le sue esigenze da satiro: «Quelle ragazze non libere perché costrette dal bisogno economico finiscono alla sua mercé – ha sostenuto il pubblico ministero – lui le usa a piacimento, per sè e per gli amici, impone loro prestazioni il cui vantaggio è tutto per il sindaco». Impossibile restare indifferenti quando il magistrato ha ricordato al tribunale l’episodio del sesso in diretta telefonica tra lui e una delle ragazze, col fidanzato consapevole e complice. Perché se le giovani donne acconsentivano a gratificarlo sessualmente Puddu diventava generoso e ce n’era per tutti: sussidi di povertà, soldi per pagare l’affitto di casa, per fare la spesa al mercato, per i vestiti, per la pizza. Puddu - a sentire l’accusa - usava la cassa del Comune come fosse un bancomat, prelievi mirati per alimentare sempre le stesse tasche: «Non è che le persone beneficate dai sussidi non ne avessero bisogno – ha spiegato Caria – il reato sta nel criterio scelto da Puddu per indirizzare gli aiuti». Criterio rigoroso, al punto che quando una delle ragazze gli chiede qualche soldo dopo essersi fidanzata con un sacerdote, il sindaco prova a liquidarla con una frase sbrigativa: «Chiedi al Santo Padre». (m.l)

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