La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Il Tar ha annullato la nomina di Antonio Casula a direttore dell’Ente foreste perché sorretta da una valutazione «di facciata» e per il fatto che non si è adeguatamente tenuto conto dei suoi guai giudiziari. Secondo i giudici amministrativi il rinvio a giudizio di Casula per turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture è infatti una circostanza «rilevante in negativo» per l’amministrazione, il cui superamento sarebbe dovuto essere adeguatamente motivato. È questo quanto si legge nella motivazione della sentenza con la quale il Tar ha bocciato il conferimento dell’incarico. La vicenda iniziò un anno fa - il 20 marzo 2015 - con la firma da parte del presidente Francesco Pigliaru del decreto di nomina di Casula. Contro l’atto presentò subito ricorso l’aspirante alla poltrona, il dirigente Michele Puxeddu (difeso dall’avvocato Raffaele Soddu) lamentando l’assenza della delibera di giunta a corredo della nomina. I giudici gli diedero ragione ma successivamente il documento mancante arrivò, riaprendo le porte a Casula: da qui il secondo ricorso presentato, e vinto, dal ricorrente. Per il Tar la selezione per il direttore sarebbe dovuta avvenire con precisi criteri legati all’esperienza e al bagaglio culturale dei candidati: «Ciò comportava per l’Amministrazione un onere motivazionale concreto e non di mera facciata che la stessa non ha validamente assolto», si legge nella sentenza, poichè indica in modo generico e senza riferimenti esatti le esperienze del profilo scelto. «Ma soprattutto è derimente che l’amministrazione abbia omesso qualunque valutazione circa l’intervenuto rinvio a giudizio del candidato».