Ganau e Pigliaru: «Siamo vicini ai territori»
Il governatore chiama il vicesindaco Cadau. Il presidente del Consiglio: ora serve il massimo sostegno
CAGLIARI. Non ha mai fatto mancare la sua vicinanza davanti a episodi di violenza agli amministratori. E anche questa volta il governatore Francesco Pigliaru ha chiamato subito il vicesindaco di Belvì Maurizio Cadau. «Siamo davanti all'ennesimo, vile attacco che va a colpire chi, nei territori, rappresenta le istituzioni e amministra in nome del bene pubblico – dice –. Abbiamo parlato a lungo e ho apprezzato il coraggio e la determinazione del vicesindaco Cadau. È difficile dire cosa ci sia dietro ognuno di questi gesti di violenza che con inaccettabile frequenza colpiscono i nostri amministratori. Ma una cosa è certa: non riusciranno a farci paura. Ancora una volta vogliamo ribadire la convinzione che la forza della democrazia risiede nella coesione sociale, nella solidarietà, nella partecipazione intorno alle istituzioni pubbliche. Non ci stancheremo di esprimere la nostra forte e decisa condanna per ogni forma di violenza, così come continueremo a pretendere che lo Stato non arretri dai nostri territori ben consapevoli che si tratta di una battaglia di civiltà che dobbiamo portare avanti tutti insieme».
Anche il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau mostra grande attenzione davanti all’atto intimidatorio che ha colpito il vicesindaco. «Ennesimo attentato intimidatorio che desta forte preoccupazione e che lascia, anche per la dinamica che lo ha caratterizzato, davvero sconcertati – dice Ganau –. Non deve mancare la vicinanza dell’assemblea sarda a chi ogni giorno presta il proprio tempo e offre servizio alla comunità che lo ha scelto come amministratore. Ferma condanna al vile atto criminoso e massimo sostegno al vicesindaco Cadau che con coraggio e responsabilità ha scelto di non cedere all’intimidazione. Molto ancora deve essere fatto perché si raccolgano i primi risultati dell’istituzione dell’Osservatorio nazionale, voluto dal Ministro Alfano. Mi trovo assolutamente d’accordo con il nostro presidente dell’Anci: la strategia di contrasto del fenomeno che caratterizza la nostra isola deve comprendere più azioni, in primo luogo un rafforzamento del presidio territoriale e una maggiore presenza dello Stato, ma anche e soprattutto interventi mirati a promuovere una cultura delle legalità che porti ciascun cittadino a sentire la responsabilità di denunciare atti di questo tipo».