La Nuova Sardegna

La banda puntava alla marina di Orosei

La banda puntava alla marina di Orosei

Tra gli appalti su cui c’era l’interesse del gruppo i lavori nel porto baroniese e il polo della pasta fresca

07 aprile 2016
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NUORO. Hanno controllato decine di appalti. Dai più piccoli ai più grandi, cercando sempre di accapparrarsi tutto: dalla progettazione alla realizzazione dei lavori, talvolta fingendo in maniera sfrontata con opere inesistenti. A seguire le chiacchierate tra l’ingegnere Tore Pinna di Desulo, “dominus” incontrastato della “Squadra” sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Nuoro, grazie alla testarda intuizione dei militari della compagnia di Tonara, e dalla guardia di finanza di Oristano, sembra di capire che in Sardegna siano stati molto pochi gli appalti nei quali non sono riusciti a infilarsi. Strade, centrali elettriche, scuole, piazze, porti, impianti sportivi e persino agroalimentare. Dove c’era da rastrellare incarichi e soldi, la “Squadra” c’era sempre. Con nomi diversi, ma tutti sempre riconducibili al “dominus” Tore Pinna, che girava la Sardegna a parlare con chi era disposto a scendere a compromessi con lui in cambio di soldi e lavori.

E così, dalla montagna di intercettazioni, telefoniche e ambientali, che con il passare del tempo sta diventando più alta dell’Everest, emerge di tutto. Appalti in corso, appalti da fare e appalti già fatti. Come il riferimento alla riqualificazione delle bocche a mare nella marina di Orosei che traspare da una conversazione tra Tore Pinna e Francesco Chessa in relazione alla spartizione dei soldi che non era piaciuta all’ingegner Ritossa. Pinna, Chessa, Borto e la Martech si erano in effetti aggiudicati l’appalto per gli interventi sulla portualità a Orosei e Chessa in un’intercettazione si vanta di essere stato lui «a chiudere l’appalto e di aver imposto a Ritossa il pagamento di quanto concordato».

Ma che tutti gli appalti ricchi fossero nel mirino della “Squadra” lo conferma quello sul “Polo della pasta fresca” che sarebbe dovuto nascere in Ogliastra. Erano ben 15 i milioni previsti per il “Fondo per lo sviluppo e la competitività” destinati a finanziare un programma di interventi integrati a favore del sistema delle Pmi (piccole e medie imprese) settore nautica e pasta fresca. A discuterne dell’appalto il solito Tore Pinna e il consigliere regionale Antonello Peru, chiamando in causa l’amico Angelo Stochino che di quell’iniziativa era grande sostenitore e che, da quel che emerge, avrebbe dovuto far girare i soldi in una ben determinata direzione. Stochino e Pinna ne avevano già parlato tante volte. «Se poi arrivano i decreti del polo della pasta fresca sono altri 10 milioni spezzettati e che quindi valgono di più» diceva Stochino. Mentre Pinna parlando con Peru e riferito a Stochino aveva detto chiaramente: «Lui sta gestendo l’operazione dei 15 milioni della pasta fresca e quindi un po’ lo darà a te e Alessandra e un po’ a me. Io gli faccio dare un incarico da un’altra parte. Stoc è leale, Da quel punto di vista è bravo. Lui infatti mi ha detto: poi Antonello ne darà un altro a me». Un vorticoso scambio di favori e di soldi. Finito in...carcere.

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