La politica si mobilita per il voto
Uras, Sel: domenica tutti alle urne. Cossa, Riformatori: noi contro l’astensione
SASSARI. Tutti i partiti sono schierati per il sì. Tutti, tranne il Pd, dove si registrano più posizioni. Dal sì di Ganau al no di Pigliaru, passando per l’astensione di Cocco e Demontis. Un quadro molto diverso da quello di qualche mese fa, quando il Consiglio quasi all’unanimità - disse no solo il renziano di ferro Gavino Manca - votò l’appoggio ai referendum. «Posso capire che uno cambi idea – dice Ganau –, ma noi allora votammo sei quesiti. Poi il governo su cinque è intervenuto e per le regioni è stato un grande successo, ma questo non vuol dire che il sesto referendum che è rimasto non valga più niente».
Le divisioni del Pd non hanno contagiato gli altri partiti, tutti schierati per il sì. Da destra a sinistra. «Passa attraverso questo voto, e soprattutto dalla vittoria del sì, una inderogabile scelta politica, quella fatta e più volte ripetuta nei vertici internazionali sul clima – afferma Luciano Uras, senatore di Sel –. Non possiamo tollerare una persistente ipocrisia strutturale, quella di vedere i potenti della terra salutare il vertice sul clima di Parigi come una grande conquista, la riduzione di combustibili fossili e delle emissioni di CO2 come un dovere ineludibile, e poi nel concreto cedere agli appetiti speculativi delle società petrolifere e del gas». «Le trivelle non solo sono una grande minaccia per i nostri mari, ma rappresentano anche un indirizzo energetico superato che ci costringerebbe alle dipendenze dalle fonti fossili – dichiara Giommaria Deriu, coordinatore regionale del Pcd’I –. Noi voteremo sì». Sul sì è schierata anche la scrittrice Michela Murgia, che accusa Pigliaru di «servilismo smisurato». Michele Cossa, leader dei Riformatori, invita i sardi a recarsi alle urne. «Non importa se decideranno di dire sì o no: in questo come in tutti gli atri casi in cui si è chiamati a referendum, votare è importante».