La Nuova Sardegna

l’iniziativa

Vernaccia e Nieddera un marchio unico

di Giandomenico Mele
Vernaccia e Nieddera un marchio unico

ORISTANO. La Santa alleanza nasce all'ombra del Vinitaly. Vernaccia e Nieddera sono due vitigni autoctoni che vanno tutelati e imposti sul mercato. Il grido di battaglia "uniti si vince" risuona...

15 aprile 2016
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ORISTANO. La Santa alleanza nasce all'ombra del Vinitaly. Vernaccia e Nieddera sono due vitigni autoctoni che vanno tutelati e imposti sul mercato. Il grido di battaglia "uniti si vince" risuona dalla fiera del vino di Verona e punta a far splendere di nuovo il sole sulle vigne della valle del Tirso. Le cantine della provincia di Oristano tornano a puntare sulla vernaccia, spinte da riconoscimenti sempre più importanti: ultimo in ordine di tempo il premio ottenuto dalla Vernaccia di Oristano Doc superiore Juighissa 2007, con l'assegnazione del "5 Star Wines Award". L'assunto che cambia la prospettiva é quello di valorizzare il prodotto per rilanciare il territorio. La valorizzazione del prodotto c'è. Ora resta il territorio. E qui bisogna unirsi. «Nasce da qui l'idea di valorizzare i vitigni autoctoni del nostro territorio, vernaccia e nieddera vanno tutelati con una unione di intenti – spiega Renzo Panetto, enologo della Cantina della Vernaccia di Oristano – per questo ci siamo incontrati con le cantine Contini e Silvio Carta, per citare le più conosciute, con l'intento di intraprendere azioni comuni per la tutela dei vitigni locali e azioni commerciali per la promozione dei nostri vini e del territorio». La parola d'ordine è promozione. Nell'edizione del Vinitaly più social e digitale, davanti a Jack Ma, patron di Alibaba, che ha vantato le magnifiche sorti e progressive del commercio elettronico per la vendita di vino, non si può rimanere indietro. «Dopo tanti anni di silenzi e indifferenza tra i produttori della vernaccia di Oristano, abbiamo ricominciato a vederci con una certa frequenza – spiega Mauro Contini, responsabile della produzione dell'omonima cantina – si discute dei problemi comuni della nostra zona e si cercano soluzioni per valorizzare la vernaccia come vino a bacca bianca più rappresentativo della nostra valle del Tirso e rilanciare la nieddera come varietà a bacca rossa». In due direzioni: correggere e aggiornare il disciplinare di produzione in base alle esigenze del territorio dell'oristanese e sviluppare nuovi strumenti di marketing che, a livello commerciale, permettano di presentare meglio le varietà del prodotto. «L'obiettivo è il rilancio soprattutto della vernaccia di Oristano doc da invecchiamento – sottolinea Contini – per andare uniti sui mercati internazionali a far conoscere il nostro prodotto». «Siamo nella condizione di dover impedire che spariscano le produzioni di vernaccia e nieddera – conferma Elio Carta, amministratore della cantina Silvio Carta di Zeddiani – mentre la nieddera è un vino da tavola e tutto sommato si difende, la vernaccia è un prodotto destinato a finire, bisogna insieme invertire la tendenza». Il pericolo è svendere il prodotto. «Restano solo un centinaio di ettari, la vernaccia è svenduta per i costi di coltivazione – precisa Carta – gli agricoltori abbandonano le vigne per coltivare altro». Coltivare il proprio orticello stona con l'economia e i mercati globalizzati. La vernaccia supera i confini. «Il Vinitaly è stata un'occasione importante per venire a contatto con clienti internazionali – conferma Mauro Contini – siamo presenti in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Canada». Silvio Carta punta sul nuovo vermouth con vernaccia e il gin "Giniu" da esportazione. «Puntiamo sulla qualità lanciando prodotti innovativi – spiega Elio Carta – per Stati Uniti, Nuova Zelanda e Germania». Aspettando il nuovo corso della vernaccia globalizzata. E salva.

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