La Nuova Sardegna

Consigliera M5S espulsa, l’audio che smentisce il sindaco: lascialo o dimettiti

di Giovanni Bua
Paola Conticelli e il sindaco Sean Wheeler nell’aula consiliare di Porto Torres
Paola Conticelli e il sindaco Sean Wheeler nell’aula consiliare di Porto Torres

Porto Torres, nella registrazione Sean Wheeler intima a Paola Conticelli di scegliere tra il compagno giornalista e il consiglio comunale. Il primo cittadino aveva sempre negato: «Nessuna minaccia». Il file è stato consegnato in Procura 

16 aprile 2016
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PORTO TORRES. «O lasci lui o ti dimetti da consigliere». È un file audio basso e pieno di rumori di fondo quello che da qualche giorno gira, sempre più veloce, tra chiavette e pc. Ma tra fruscii e disturbi le voci escono fuori chiare, come i protagonisti, inconfondibili.

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Lui è Sean Wheeler, sindaco pentastellato che ha fatto saltare il banco alle elezioni del giugno 2015 e da allora governa Porto Torres con il suo monocolore grillino. Lei è Paola Conticelli, seconda più votata nella lista M5S, che a febbraio si è dimessa da capogruppo in consiglio comunale con una durissima lettera nella quale denunciava «un metodo di gestione opposto a tutto quello che avevamo pensato e proposto». E con una ancora più dura accusa: «Sono stata sottoposta a un linciaggio. Con offese personali, minacce, gravissime ingerenze nella vita privata e nella libertà personale. Un mobbing pesante, quotidiano. Di persona, in chat e con la benedizione del sindaco». La Conticelli, a seguito delle sue parole, dal M5S è stata espulsa.

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A innescare la guerra proprio il rapporto sgradito tra Paola Conticelli e il compagno Carlo Eletti, responsabile dello storico mensile cittadino “in Città”, reo di picchiar duro contro lo stile di governo del Movimento. «Sappi che al prossimo articolo di merda io chiederò il recall» (una sorta di pratica grillina di sfiducia con annesse dimissioni ndr), dice Wheeler nella registrazione, probabilmente “raccolta” nei giorni un cui la Conticelli venne convocata per un duro chiarimento dal gruppo dei fedelissimi del sindaco. Le stesse identiche parole che l’ex capogruppo il primo marzo aveva postato nel suo profilo facebook parlando con un’amica della sua espulsione dal Movimento. Le stesse che ha portato in Procura, insieme a un’ora e mezza di registrazioni che giurava esistevano e che i suoi detrattori la sfidavano a tirar fuori. Accuse che Sean aveva sempre rimandato seccamente al mittente. Prima in una lunga quanto irrituale autointervista, postata nel suo profilo facebook. Poi in consiglio comunale. E anche nelle pagine della Nuova, dove, interpellato, aveva sottolineato: «Sul suo fidanzato gli ho detto che parlava sempre e solo male di noi e quindi anche di lei. Ma da persona, non da sindaco. Gli ho detto di parlarci, mica di lasciarlo. Chi mi conosce sa che queste accuse sono assurdità. Io non minaccio nessuno».

Certo è che sulla ingombrante Conticelli buona parte del movimento cittadino aveva puntato la prua fin da prima delle elezioni: «Per molti – racconta Wheeler - era pacifico che, visto che veniva da Sel, non si candidasse. Lei invece voleva fare il sindaco. Si è deciso di farla partecipare. È stato un errore. Voleva fare una corrente poi voleva essere lei il presidente del consiglio. Però alle riunioni non partecipava mai»

«Dica quel che vuole – aveva replicato Conticelli –. Io so quale è la verità, e finalmente mi sento di nuovo libera». Anche perché insieme alle accuse in consiglio e su Facebook era arrivata la denuncia in Procura. Con audio allegati. Dei quali nel pennino di qualcuno è evidentemente rimasta incagliata qualche frase. Che gira anche in versione mixata, con le parole di Wheeler e di Conticelli (che ripete «ma non esiste») intervallate dall’intervento del sindaco in consiglio nel quale si difendeva e la attaccava. Parole pesanti che, secondo quanto ha riferito Conticelli, sono solo la punta di un iceberg che coinvolgerebbe i i vertici cittadini del Movimento. Parole di cui il sindaco dovrà dar conto. Non foss’altro perché ha sempre negato di averle dette.

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