La Nuova Sardegna

Il referendum

Trivelle, i sardi al voto con l’incognita quorum

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru si reca al seggio a votare (foto Mario Rosas)
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru si reca al seggio a votare (foto Mario Rosas)

Gli elettori sono 1 milione e 381mila: 27mila i giovani al voto per la prima volta.Seggi aperti dalle 7 alle 23. I dati sull’affluenza saranno rilevati alle 12, alle 19 e alle 23

17 aprile 2016
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SASSARI Il giorno delle trivelle è arrivato. E anche l’isola è chiamata a dire la sua. Dopo settimane di battaglie, dibattiti e roventi polemiche, oggi la Sardegna si reca alle urne insieme a tutte le altre regioni. Ma solo questa sera si scoprirà in quale misura, cioè se l’affluenza a livello nazionale permetterà il raggiungimento del quorum (50 per cento più uno). Gli elettori sardi, comunque, sono quasi 1 milione e 400mila. Dentro l’urna dovranno esprimersi sulla norma relativa alla durata delle trivellazioni marine entro 12 miglia dalla costa. Se dovesse vincere il Sì, una volta terminate le concessioni i giacimenti non potrebbero più essere sfruttati. La prima concessione scade tra due anni, l’ultima nel 2034. Se invece dovesse vincere il No o se non si dovesse raggiungere il quorum, la legge attuale rimarrebbe in vigore: cioè le trivelle potranno continuare a operare fino alla scadenza delle concessioni, prorogabile fino all’esaurimento dei giacimenti di idrocarburi.

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I sardi al voto. In Sardegna gli aventi diritto di voto sono esattamente 1.381.578. Le donne sono in maggioranza. Sono infatti 709.833, mentre gli uomini 671.745. Sono invece 1.835 le sezioni sparse in tutta l’isola. I sardi che potranno votare per la prima volta, cioè i neo-diciottenni, sono 27.443. Orari e documenti. Si vota nella sola giornata di oggi, dalle 7 alle 23. I dati relativi all’affluenza saranno rilevati e comunicati tre volte: alle 12, alle 19 e alle 23, alla chiusura dei seggi. Gli elettori dovranno presentarsi alle urne con due documenti: la carta d’identità e la tessera elettorale. Chi avesse smarrito la tessera oppure esaurito le caselle riservate ai timbri, potrà richiederne una nuova presso gli uffici del proprio comune, che resteranno aperti dalle 7 alle 23.

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I precedenti. L’ultima volta che l’isola si recò alle urne per un referendum fu nel 2012. Ma si trattò di un referendum regionale, quello sull’abolizione delle province. Vinsero i Sì. L’affluenza risultò bassa: 35 per cento, ma due punti in più rispetto al tetto del quorum. Nel 2011 nell’isola si votò due volte. La prima a maggio sull’installazione in Sardegna di centrali nucleari o di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive. Votò il 60 per cento dei sardi. I Sì (cioè i contrari alle scorie) raggiunsero quota 97 per cento. La seconda volta si votò a giugno, per il referendum su acqua, energia e legittimo impedimento. A recarsi alle urne il 58 per cento dei sardi. Tutti i referendum precedenti, fino al 1995, non raggiunsero mai il quorum. Bene anche in Sardegna, invece, la stagione referendaria dei primi anni Novanta. Per quanto riguarda il referendum più famoso, cioè quello sul divorzio del 1974, il 55 per cento dei sardi votò No. Cioè la maggioranza degli elettori si dichiarò favorevole al divorzio. (d.b.)

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