La Nuova Sardegna

Addio Ente foreste, nasce l’agenzia Forestas

La sede dell'Ente foreste in via Roma a Sassari
La sede dell'Ente foreste in via Roma a Sassari

La maggioranza: sarà anche produttiva. Il no del centrodestra

20 aprile 2016
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CAGLIARI. La rivoluzione dell’Ente foreste, diventerà un’agenzia controllata dalla Giunta e si chiamerà Forestas, è stata scritta in 55 articoli. Presentato dall’assessore all’Ambiente Donatella Spano e dal presidente della commissione Territorio, Antonio Solinas del Pd, il disegno di legge è un’altra delle riforme volute dalla Giunta e all’esame del Consiglio regionale. Forse anche fra le più importanti: la Sardegna ha un patrimonio di boschi più esteso fra le regioni, 1,2 milioni di ettari, ma era anche l’unica a non avere ancora una legge per valorizzare, gestire e controllare l’immenso patrimonio per due terzi privato e il resto pubblico. E ancora: l’Ente foreste, nella galassia delle aziende controllate dalla Regione, è quello da sempre il più pesante: 161 milioni l’anno di finanziamenti e oltre 6.500 dipendenti, compresi 1.600 stagionali.

Spesso un carrozzone – lo ha scritto più volte la Corte dei conti –ma che per l’assessore «con l’Agenzia Forestas, ritornerà a essere moderno, efficiente e anche produttivo visto che oggi incassa appena un milione dalla vendita del miele e della legna». Per Antonio Solinas «tutela e valorizzazione riprenderanno a camminare insieme ed è questa la vera scommessa». Ma non è un cammino semplice: c’è ad esempio il problema del doppio contratto dei forestali. Una parte è nazionale, mentre l’integrativo assomiglia a quello riconosciuto ai dipendenti regionali. Solinas ha confermato che «il doppio binario continuerà, ma i dipendenti dell’ex Ente foreste non entreranno comunque nell’organico della Regione».

È stato proprio su questo punto e non solo che sono arrivate le critiche più dure dell’opposizione di centrodestra. Gianni Tatti (Udc), relatore di minoranza, ha detto che «è una riforma ambigua e poco chiara». Non può bastare – ha aggiunto – «cancellare il consiglio d’amministrazione e sistemare un amministratore unico per cambiare la storia». Molto duro è stato Mario Floris (Uds): «La proposta della Giunta è molto ambiziosa ma poco aderente alla realtà, perché non si affronta il nodo vero, quello di trasformare l'Ente da uno stipendificio a un soggetto capace di sostenersi e produrre utili». Il cambio di casacca e «poi nient’altro» è stato contestato anche da Forza Italia e dai Riformatori. Oggi il Consiglio comincerà a votare su articoli ed emendamenti. L’approvazione è prevista alla fine di questa settimana. (ua)

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