La Nuova Sardegna

La pioggia non basta: nei campi dell’isola si contano i danni

di Dario Budroni ; di Dario Budroni

In Gallura la stagione irrigua parte con un mese di ritardo Coldiretti: foraggio insufficiente. Va meglio nel Sassarese

24 aprile 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’isola ha ancora una certa sete. Le piogge cadute nei mesi scorsi non sempre si sono rivelate sufficienti. Anzi, in alcune zone la siccità ha provocato seri danni all’agricoltura e fino al prossimo autunno si dovrà convivere con gli invasi semivuoti. Come in Gallura, dove gli agricoltori dovranno fare i conti con una stagione irrigua fatta di turni e restrizioni. Va meglio nel Sassarese, dove la pioggia caduta tra febbraio e marzo ha riempito i bacini e assicurato una buona scorta di acqua per i campi.

Macchia di leopardo. In Sardegna la siccità ha picchiato duro. E ad accorgersene sono stati soprattutto gli agricoltori. «Diciamo che le ultime piogge hanno leggermente migliorato la situazione – spiega Battista Cualbu, presidente della Coldiretti Sardegna –. Però la situazione non è uniforme. In alcune zone non dovrebbero esserci problemi per la stagione irrigua, in altri invece sì. La Gallura, per esempio, è uno dei territori con maggiori problematiche» Le poche piogge cadute nei primi mesi del 2016 hanno già provocato diversi danni. «In Campidano si sta già tagliando il fieno – continua Cualbu –. Questo significa che la quantità e la resa dei foraggi saranno inferiori. Per quanto riguarda il carciofo, succede il contrario: la siccità ha causato un eccesso di produzione e di conseguenza il crollo dei prezzi. E dove si è seminato in ritardo le colture non hanno attecchito».

La sete della Gallura. Ma ora gli occhi sono tutti puntati sulle culture estive. In Gallura le previsioni non sono per nulla positive. Il motivo è sempre lo stesso: l’invaso del Liscia, che serve anche le case di numerosi centri tra cui Olbia e diverse zone turistiche, è ai minimi storici. Al momento sono presenti 57 milioni di metri cubi di acqua, 13 in meno rispetto all’aprile 2015. Per questo il Consorzio di bonifica della Gallura ha dovuto rivedere la programmazione della stagione irrigua: partirà il primo maggio, con un mese di ritardo, e si concluderà il 30 settembre, un mese in anticipo. Gli agricoltori, per irrigare i propri campi, dovranno fare i turni. «Pure qui in alcuni casi si sta già tagliando il fieno – spiega Marco Marrone, presidente del Consorzio gallurese –. Insomma, siamo preoccupati perché sappiamo che l’acqua non sarà abbastanza. E a risentirne saranno un po’ tutte le colture, dai vigneti agli uliveti fino ai vivai». Il problema, in Gallura, è anche strutturale. «Basti pensare che il Liscia non si è riempito neanche durante le alluvioni del 2013 e 2015 – continua Marrone –. Significa che non riusciamo a captare tutte le acque. Alla Regione abbiamo comunque proposto diversi progetti per migliorare la situazione». Della situazione in Gallura parla anche Battista Cualbu. «Bisogna intervenire al più presto, perché il lavoro dell’agricoltore è basato sulla programmazione – commenta il presidente Coldiretti –. Non si può fare affidamento solo sulla pioggia».

Nurra dissetata. Va decisamente meglio nel Sassarese. Il Consorzio di bonifica della Nurra puà contare su 85 milioni di metri cubi. Tutto merito delle piogge cadute quasi due mesi fa. «Sì, non dovremmo avere brutte sorprese. Per quanto ci riguarda l’emergenza è superata – spiega Gavino Zirattu, il presidente del Consorzio –. Però rimane il problema dei costi. Da quando non gestiamo più le dighe, dobbiamo fare a meno dei soldi provenienti dalla vendita dell’acqua per uso domestico. Di conseguenza dobbiamo scaricare i costi sugli agricoltori».

Le assunzioni. La Regione ha sbloccato le assunzioni nei consorzi di bonifica per assicurare lo svolgimento della stagione irrigua. Ma per far quadrare i bilanci non tutti ne approfitteranno. L’ente della Gallura individuerà nuove figure perché quelle attualmente in servizio (20 tra operai e amministrativi) non bastano. Il Consorzio della Nurra, invece, andrà avanti con le attuali forze per contenere i costi.

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative