La Nuova Sardegna

Bufera sui new jersey fuori norma La Regione: da mesi c’è un dossier

di Luca Rojch
Bufera sui new jersey fuori norma La Regione: da mesi c’è un dossier

L’assessore Paolo Maninchedda: «Sappiamo tutto e abbiamo chiesto spiegazioni all’Anas» C’è il rischio di contenziosi con le imprese. Rischiano di essere preferiti a spartitraffico più efficaci

25 aprile 2016
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SASSARI. Galline, mazzette, mafiosi, burocrati. Ma neanche lo sceneggiatore più dotato avrebbe pensato agli spartitraffico fuori norma come nuovo ostacolo per la Sassari-Olbia. I new jersey non hanno abbastanza spazio tra le carreggiate per non diventare pericolosi. L’ipotesi è un po’ da scuola, ma realissima. Se un camion da 38 tonnellate dovesse andare contro il new jersey a una velocità di 67 chilometri all’ora la barriera sarebbe spostata e finirebbe per oltre 90 centimetri nella corsia opposta. Diventerebbe un pericolo per gli altri automobilisti. In alcuni lotti, quelli più vicini all’apertura, i new jersey sotto accusa sono già stati installati. E ora si scopre che quel tipo di spartitraffico è montato anche su una parte della 131.

Tutto vero. Qualcuno potrebbe pensare a calcoli cervellotici. Al contrario il pericolo è reale. Tanto che la Regione ha aperto un dossier da dieci mesi sul caso new jersey sulla Sassari-Olbia e ha iniziato un dialogo serrato con l’Anas. La Regione sapeva. Sapeva che quelle protezioni potevano diventare pericolose. La conferma arriva dall’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda che fa parte dell’organismo che con l’Anas e il Ministero controlla passo dopo passo lo stato di avanzamento dei lavori. «La Regione è in campo da mesi sulla sicurezza degli spartitraffico installati nella Sassari-Olbia e sulla 131 – spiega Maninchedda –. Siamo molto informati sulla vicenda. Abbiamo scritto, chiesto spiegazioni, controreplicato».

Il non detto. L’assessore Maninchedda danza sulle parole, preferisce non sbilanciarsi sul confronto in corso con l’Anas per la questione spartitraffico pericolosi. «Questa si configura sempre più come una vicenda di riserva di esclusività su un prodotto datato, prodotta da cavilli burocratici del tutto italiani – scrive –. Nei prossimi giorni chiederò agli uffici se e come possiamo pubblicare il dossier del nostro lavoro che dura ormai da quasi un anno».

Perché esiste un’alternativa. Esistono dei new jersey di nuova generazione, fatti in Sardegna, che con molta probabilità potrebbero evitare questo tipo di pericolo. «La Regione ha ricevuto una segnalazione sulla presenza sul mercato di un prodotto più avanzato di quello in uso, quasi in esclusiva, in Sardegna. Chiede spiegazioni all’Anas, la quale aveva a sua volta attivato una complessa attività di verifica delle caratteristiche dei prodotti concorrenti, giungendo ad affidare una perizia aun professore universitario. Il nuovo prodotto è sicuramente migliore del vecchio e molto più sicuro, cioè capace di tutelare meglio l’incolumità degli automobilisti». In altre parole i nuovi new jersey sono di qualità superiore ed eviterebbero pericolose invasioni di corsia.

Lo stallo. In dieci mesi di silenziosa attività la Regione non è riuscita a convincere l’Anas. E il pericolo, per ora, è di ritrovarsi la strada aperta con questo tipo di spartitraffico. «C’è la difficoltà di come inserire il nuovo prodotto in opere non ancora realizzate ma già appaltate su capitolati che non lo comprendevano, come per i lotti della Sassari-Olbia non ancora conclusi – continua Maninchedda –. L’Anas teme l’incremento di costi e i contenziosi». L’assessore non lo dice in modo esplicito ma a far sopravvivere i new jersey potrebbe essere la burocrazia.

Ballo a tre. E in questa guerra fredda la Regione cerca di tirare dentro anche un terzo elemento. Il ministero delle Infrastrutture. Che viene informato dei possibili pericoli che questi spartitraffico potrebbero avere. In altre parole Anas, Regione e Ministero conoscono il pericolo potenziale di questi new jersey. «La Regione ha chiesto al Ministero se condivide le prudenze contrattuali dell’Anas» in altri termini la paura dell’Anas di cambiare i contratti già firmati con le imprese che hanno vinto gli appalti.

Costi e benefici. Materia incandescente. Perché questo nuovo guaio si inserisce sui ritardi dell’opera. «Non solo – conclude Maninchedda – la Regione ha chiesto all’Anas se ha valutato in modo corretto il rapporto costi-benefici tra gli eventuali contenziosi che deriverebbero dall’indicazione agli appaltatori di un prodotto più sicuro, e i contenziosi che ci sarebbero dall’attuazione di livelli di sicurezza più bassi rispetto a quelli offerti dal mercato e le responsabilità per aver installato prodotti meno sicuri di altri pur essendo perfettamente a conoscenza di questo gap di sicurezza. Nel mezzo di questa battaglia amministrativa sono sicuro che ci saranno anche mille frequentatori di corridoi romani. Noi non conosciamo né l’andamento labirintico degli uni, né i nomi degli altri. Ma ci onoriamo comunque di disprezzarli entrambi con tutto il cuore».

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