La Nuova Sardegna

Olbia-Tempio l’incompiuta scandalo

di Enrico Gaviano
 Olbia-Tempio l’incompiuta scandalo

Il ponte è crollato nell’alluvione del 2013, ci sono le risorse ma non è mai stato ricostruito

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OLBIA. Quella strada interrotta è una ferita che non si rimargina. Una voragine che ha inghiottito il 18 novembre 2013 tre vite umane e che continua a tenere divise le due città principali della Gallura: Olbia e Tempio, lontano come non lo sono mai state. La provinciale 38 all’altezza di monte Pino non è solamente il simbolo reale e tangibile del terribile passaggio del Ciclone Cleopatra in Gallura, ma anche la plastica rappresentazione di come lo Stato possa accumulare ritardi incredibili e non sia in grado di rimettere in sesto e rendere nuovamente percorribile in tempi “normali” una strada di vitale importanza per il territorio.

L’Anas. Come per tutte le altre strade massacrate dall’alluvione del 2013, anche in questo caso l’Anas ha ricevuto i poteri commissariali per poter partire con gli appalti e rimettere in sesto la strada. I tempi si sono allungati a dismisura e, giusto alla fine dello scorso anno, l’Anas stessa aveva cercato di sfilarsi dall’impiccio, chiedendo lo stralcio della provinciale 38 dalle opere a regime commissariale. La replica del governatore Francesco Pigliaru durissima, venne indirizzata al ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, ha per fortuna bloccato sul nascere questa nefanda ipotesi che avrebbe addirittura allungato ulteriormente i tempi per espletare tutti i passaggi burocratici necessari sino all’apertura del cantiere.

Le difficoltà. Anas ha a disposizione 25milioni e mezzo di euro per ripristinare la strada. Dieci in cassa all’ente e altri 15 che la Regione ha tirato fuori giusto un anno fa. Dunque la copertura finanziaria per l'opera c'è. Tanto che i lavori, già dodici mesi fa, risultavano persino appaltati. Ma a frenare tutto c’è stata una diatriba che ha visto protagonisti la gestione commissariale della Provincia e l’Anas. La Provincia Olbia-Tempio su cui ricade la responsabilità di quell'arteria, ha sollevato dubbi sul fatto che il progetto d’intervento garantisse la massima sicurezza. Il problema nasce dal fatto che un controllo fatto da Genio civile, Anas, Regione e Provincia, aveva rilevato come in totale nella strada che risale da Olbia a Monte Pino ci siano 20 attraversamenti di tubi Dalmine che conducono le acque che scorrono in zona. Di questi 10 sono a posto, mentre altri 6 non creeranno problemi secondo l’ultimo progetto stilato. Restano in ballo quattro compluvi che potrebbero essere insicuri. Così ora si sta lavorando proprio sulla progettazione definitiva.

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