In Consiglio: subito una legge per la pesca
Presentata una mozione da Pds, Upc e Cd per regolamentare il settore ittico in Sardegna
CAGLIARI. È una delle follie, in Sardegna: l’ultima vera legge regionale sulla pesca risale a 39 anni fa. Da allora più niente o quasi, con le marinerie isolane (1.350 motobarche, 10mila marittimi e un fatturato intorno ai 90 milioni ogni anno) abbandonate purtroppo al loro destino. Se serve una prova, eccola: la pesca è appena un servizio dell’assessorato all’Agricoltura, coordinato da un direttore e in cui lavorano solo una decina di impiegati. Dunque, è stata relegata a sottoservizio, ma non dall’Europa. Bruxelles ha assegnato alla Sardegna ben 18 milioni di finanziamenti sui cinque miliardi concessi all’Italia. Per evitare che i contributi comunitari possano svanire nel nulla e non incidere sul rilancio, i consiglieri regionali del Partito dei sardi, dell’Upc-Socialisti e del Centro democratico hanno presentato una mozione. La prima firma è quella di Gianfranco Congiu (Pds): «È indispensabile – ha detto – che la flotta sarda, che tra l’altro è al terzo posto fra quelle italiane, possa contare subito su una struttura tecnica-organizzativa autonoma e potenziata, dedicata solo alla pesca, all’acquacoltura e alla produzione di molluschi». Secondo i consiglieri regionali, i margini di miglioramento del settore ittico sono enormi. «L’importante è credere di nuovo in questa economia storica ma da rinnovare e che oggi vale appena lo 0,31 per cento del nostro Prodotto interno lordo della Sardegna, ma con potenzialità che potrebbero arrivare anche a un punto in percentuale», ha sottolineato Pierfranco Zanchetta (Upc). Grazie ai fondi europei – tra l’altro sono più che raddoppiati se messi a confronto con la stagione 2007-2013 – «potrebbe esserci quel salto di qualità necessario, per far fronte alle richieste di un mercato interno invece dominato dalle importazioni in arrivo dalla Spagna e da altre Nazioni extraeuropee», è stato l’auspicio di Raimondo Perra (Psi), che ha rilanciato una sua proposta in campagna elettorale: «Alla Sardegna serve una legge sul mare e per il mare. È sconcertante che ci sia questo vuoto durato quasi quarant’anni». Nella mozione, firmata da Anna Maria Busia, Alessandro Unali, Antonio Gaia, Augusto Cherchi, Giuseppe Meloni (Pd) e Roberto Desini, è «sollecitato alla Giunta l’impegno perché la pesca abbia la sua Agenzia, o comunque una direzione generale di riferimento». Non molti mesi fa la Giunta ha ricostituito il Comitato tecnico consultivo. «È statoun passaggio importante – ha detto Congiu – però è necessaria una struttura operativa per sostenere i pescatori nei bandi europei». All’orizzonte potrebbe esserci un grande rischio: «Non vorremo che un domani fossimo costretti a restituire i 18 milioni a Bruxelles, perché la Regione non è stata capace di mettere assieme quella voglia di rilancio che le marinerie sarde hanno da tempo».