Satta dalla prigione alla Regione: scarcerato il futuro consigliere
L’ex sindaco di Buddusò era detenuto per un’indagine su un traffico internazionale di droga Il provvedimento è stato annullato dal tribunale del riesame di Sassari. Martedì giurerà a Cagliari
SASSARI. Dalla virtuale divisa a strisce da carcerato alla seria grisaglia di onorevole regionale. Le strane alchimie della vita stanno riservando più di una sorpresa a Giovanni Satta, l’ex sindaco di Buddusò finito in carcere, il 6 aprile, nell’ambito di una inchiesta delle Dda di Cagliari su un traffico internazionale di droga. Ieri l’uomo, rappresentante dell’Uds (il partito di Mariolino Floris), è stato scarcerato dal tribunale del riesame di Sassari che ha accolto l’istanza di nullità del provvedimento restrittivo proposta dagli avvocati Angelo Merlini, Marco Errico e Giulia Ganau. Giusto in tempo per ricevere la seconda convocazione dal Consiglio Regionale che lo ha invitato per martedì 2 maggio, alle 16, a giurare come sessantesimo consigliere regionale. La tumultuosa vicenda processuale che vede protagonista l’esponente politico – già consigliere provinciale di Sassari nei primi anni Duemila e coinvolto in diverse vicende giudiziarie – prende avvio il 6 aprile, quando i carabinieri del reparto territoriale di Olbia lo arrestano, insieme ad altre 13 persone, perché lo ritengono implicato in un vasto traffico di sostanze stupefacenti che coinvolge personaggi sardi, albanesi e dell’Est europeo. All’indomani del suo arresto l'Ufficio centrale elettorale della corte d’Appello di Cagliari accoglie il suo ricorso e lo insedia come esponente dell’Uds nel consiglio regionale sardo. Una nomina che doveva essere ratificata con il giuramento in aula, evento che viene però stoppato dal gip in quanto sussistevano – stando alla motivazione con la quale rigettò la richiesta di “permesso” avanzata dai suoi legali – i motivi per i quali era finito in carcere. Nel penitenziario di Bancali l’ex sindaco di Buddusò ha diviso la cella, sino a ieri mattina, con un altro esponente politico, il vicepresidente del Consiglio regionale Antonello Peru, quest’ultimo finito in carcere, il 5 aprile scorso, in quanto implicato nell’inchiesta oristanese su Sindacopoli. Nel frattempo la prefettura di Sassari, applicando la legge Severino sulla base di un provvedimento restrittivo emesso nei confronti dell’aspirante consigliere impossibilitato a giurare, aveva avviato le procedure di sospensione previste dalla legge, informando la presidenza del Consiglio regionale di tale procedura sospensiva. Ieri mattina, dopo che i giudici del Riesame hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex sindaco di Buddusò, gli avvocati difensori si sono mossi con celerità chiedendo l’annullamento del provvedimento di sospensione (che non aveva ancora completato il suo iter burocratico) e quindi sollecitando il Consiglio regionale a riunirsi per il giuramento dell’ex detenuto ormai libero e la sua proclamazione a consigliere regionale. Ma non è ancora finita. Giovanni Satta, infatti, è sotto processo per una presunta evasione fiscale risalente ai primi anni Duemila, quando era titolare di una rivendita di automobili di lusso a Olbia. Risulta inoltre indagato nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di armi e droga tra Olbia e la provincia di Nuoro, ed è finito sotto processo per lo scandalo della società municipalizzata «Biesse» di Buddusò. Il futuro consigliere regionale ha sempre proclamato la sua estraneità alle vicende che gli vengono contestate, attribuendo le diverse disavventure che lo vedono, suo malgrado, protagonista ad un inspiegabile accanimento giudiziario nei suoi confronti.
«Il nostro assistito – hanno precisato ieri gli avvocati Angelo Merlini e Marco Errico – gode della presunzione di innocenza prevista dalla normativa penale italiana. Sinora risulta soltanto indagato, e non ha subito alcuna condanna che lo ponga nelle condizioni d’essere assoggettato alle limitazioni previste dalla legge Severino». Giovanni Satta, gettata alle ortiche la divisa da carcerato, si appresta diventare onorevole come 60° consigliere regionale.