Festa della Repubblica, la Brigata Sassari esclusa a sorpresa dalla parata di Roma
I Sassarini non sono stati invitati alla sfilata. I soldati sono impegnati in una missione di pace in Libano
SASSARI. «China su fronte, si sezzidu pesa chi è passende sa Brigata Tattaresa...» ma quest’anno a Roma il 2 giugno non ci sarà bisogno di far alzare il pubblico e fargli chinare la testa con rispetto al passaggio della gloriosa Brigata Sassari. A evitare questa “fatica” alle migliaia di spettatori che si sono sempre esaltati quando i soldati sardi sfilavano ai Fori imperiali intonando le struggenti note dell’inno, ormai famoso e amato in tutto il mondo, ci ha pensato d’imperio lo Stato maggiore dell’Esercito italiano. La Brigata Sassari e, logicamente, la sua banda musicale, non è stata invitata a partecipare alla parata per la Festa della Repubblica, giovedì 2 giugno.
Si potrebbe pensare a una dimenticanza e, visto che c’è ancora tempo a disposizione, anche in un recupero dell’ultimo momento. Ma sembra molto difficile. Ormai la decisione sarebbe stata presa e la parata già organizzata nei minimi dettagli, sarebbe difficile un inserimento dell’ultimora.
Il “taglio” della Brigata Sassari dalla parata è trapelato quasi per caso e non ancora in maniera ufficiale, anzi sarebbe stato fatto di tutto per tenere inspiegabilmente nascosto fino all’ultimo momento l’elenco dei partecipanti alla tradizionale sfilata dei Fori imperiali. Proprio per evitare polemiche e, magari, anche ripensamenti. Ma il “taglio” è davvero troppo grande per passare inosservato, visto che la Brigata Sassari è (ma forse a questo punto sarebbe più giusto dire: era) uno dei corpi d’èlite dell’Esercito italiano. Attualmente un contingente di circa 500 soldati del 151° è impegnato in Libano nella missione di peacekeeping sotto l’egida della Nato. In Libano ci sono le gloriose bandiere di guerra al seguito del comandante, il generale Arturo Nitti, e di tutto il nucleo comando. I sassarini sono impegnati in una missione di particolare importanza, a conferma della grande preparazione acquisita e anche per il sempre ottimo lavoro svolto in ogni teatro operativo in cui sono stati impegnati: dalla Bosnia al Kosovo, dall’Albania alla Macedonia, dall’Iraq all’Afghanistan.
Ma ora la Brigata Sassari non godrebbe più della stessa grande considerazione di un tempo. I primi segnali erano arrivati durante le celebrazioni per i 100 anni. Nonostante le migliaia di morti, nonostante le gesta eroiche che avevano ribaltato le sorti della Prima guerra mondiale e guarda caso oggi è l’anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia: a ricordare il 24 maggio c’è un altra canzone struggente e indimenticabile per tutti gli italiani: “La leggenda del Piave”. Ecco, nonostante tutto, l’anno scorso le celebrazioni per il centenario erano state in tono minore e in Sardegna non si era fatto vedere nessuno degli alti vertici militari e tantomeno il ministro della Difesa.
E ora è arrivato il “taglio” alla parata, che conferma una situazione molto preoccupante. Probabilmente, a far salire la tensione tra i vertici dell’Esercito e la Sardegna è la questione dei poligoni militari e delle servitù. Senza poligoni e la conseguente impossibilità di addestrare i soldati sul campo, la Brigata Sassari sta rischiando un drastico ridimensionamento. Da tempo, è calato un preoccupante silenzio sul futuro della Caserma di Pratosardo a Nuoro dove sarebbero dovuti arrivare oltre 250 soldati inquadrati nel nucleo trasmissioni, che sarebbe dovuto essere il completamento della Brigata per la sua totale autonomia sui teatri operativi. Invece u questo versante è tutto fermo, mentre stanno girando voci di “tagli” nei reparti di Macomer, Teulada, Cagliari e Sassari.