La Nuova Sardegna

Addio alla madre di Stefano Masala

di Nadia Cossu
Addio alla madre di Stefano Masala

È morta Carmela Dore, si era ammalata poco dopo la scomparsa del figlio. Le ultime parole: «Vi prego, riportatelo a casa»

25 maggio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





NULE. Sul letto dove ha trascorso le ultime settimane della sua vita, con l’anima e il corpo logorati dalla sofferenza, ha risparmiato le ultime forze per strappare una promessa al marito e ai figli: «Vi prego, riportate Stefano a casa».

Se n’è andata pronunciando queste parole Carmela Dore, la mamma di Stefano Masala, il trentenne di Nule scomparso nel nulla il 7 maggio dell’anno scorso, il giorno prima dell’omicidio di Gianluca Monni, lo studente di 19 anni freddato con tre fucilate a Orune. Da allora non si è data pace e mentre gli inquirenti indagavano per l’omicidio di suo figlio – sicuri che le stesse persone che avevano ammazzato Gianluca si fossero sbarazzate poco prima anche di quel ragazzo buono usato per mettere in atto i loro piani – Carmela continuava a sperare che fosse vivo. Nel necrologio pubblicato oggi sul nostro giornale, c’è anche il nome di Stefano insieme a quello dei fratelli che annunciano la scomparsa della loro adorata mamma. «Perché finché non ci restituiranno il suo corpo, noi continueremo ad aspettarlo». Anche Carmela diceva così, quasi senza rendersi conto che il dolore dell’attesa stava lasciando dei solchi pericolosi nel suo corpo.

Si è ammalata dopo pochissimo tempo questa madre di 59 anni, il volto pallido e gli occhi grandi, neri come i suoi capelli. «Ogni notte entro nella stanza di Stefano prima di andare a dormire – aveva raccontato in una delle ultime interviste – Gli auguro la buonanotte e aspetto che mi risponda. Ma non lo sento, non lo sento...». Costretta sulla sedia a rotelle, doveva aiutarsi con le mani per spostare le gambe, in quel momento il dolore si faceva più forte: «Non mi importa se sto male – diceva a chi la guardava con gli occhi della compassione – È niente tutto questo in confronto a quello che hanno fatto a mio figlio. Io potrò ricominciare a vivere solo quando lui tornerà a casa».

Ma Stefano non è tornato. Lo hanno cercato, poi l’attività si è interrotta e la famiglia ha cominciato a lanciare appelli alla Procura: «Non dimenticatevi di lui e di noi». Si sono rivolti anche allo Stato: «Ci state abbandonando». Persino il Papa alcuni giorni fa ha scritto loro una lettera: «Prego per te, Carmela», si era rivolto in particolare a lei il Pontefice.

Nel frattempo i carabinieri sono andati avanti con le indagini. Per l’omicidio di Stefano e per quello di Monni: un minorenne di Nule e suo cugino di Ozieri sono stati iscritti nel registro degli indagati. Sospettati di essere i responsabili di due delitti atroci. Ancor più perché le vittime erano due ragazzi come loro. E con un retroscena inquietante: Stefano Masala sarebbe stato ucciso “soltanto” perché era diventato un testimone scomodo. La macchina di suo padre, una Opel Corsa, era stata avvistata a Orune poco prima che Gianluca venisse ammazzato, dopo qualche ora è stata ritrovata a Pattada distrutta dal fuoco. In quelle ore, con molta probabilità, moriva anche Stefano.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
Cronaca

Valledoria, svuota il conto della suocera: «A fare i bonifici ci penso io»

di Luca Fiori
Le nostre iniziative