La Nuova Sardegna

Il sistema di grotte più lungo in Italia corre sotto Urzulei

di Nino Muggianu
Il sistema di grotte più lungo in Italia corre sotto Urzulei

Si estende per 70 chilometri, trovato da tre speleosub La misurazione ufficiale arriva dopo 25 anni di indagini

08 giugno 2016
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URZULEI. È la grotta più lunga d’Italia. Il sistema carsico tra Su Palu, Monte Longos, Su Molente e il Bue Marino oggi misura 70 chilometri ed è diventato il più lungo d’Italia. L’esplorazione che ha permesso di misurarne l’estensione è stata compiuta da Daniele Maugeri, Enrico Seddone e Marcello Moi, tre speleosub della federazione speleologica sarda, che hanno trovato il passaggio subacqueo che unisce la grotta di Monte Longos a quella del Bue marino. Era la tessera mancante di un mosaico che una volta completato ha permesso di collegare Su Molente e il Bue marino al sistema carsico della Codula Ilune, formato dalla grotta di Su Palu e dalla grotta di Monte Longos.

Ci sono voluti oltre 25 anni di esplorazioni, in cui si sono cimentati generazioni di speleologi, per ottenere questo traguardo. Una svolta importante per il raggiungimento dell’obbiettivo è arrivata nel 2007, con la scoperta della grotta di Su Molente proprio tra i due grandi sistemi. Le esplorazioni, prevalentemente subacquee, avevano come protagonisti Roberto Loru, Leo Fancello e alcuni speleosub della Repubblica Ceca.La scoperta ha aperto nuovi e grandi scenari esplorativi perché sin da subito era stata accertata la connessioni idrica tra Su Molente, il sistema carsico della Codula Ilune e del Bue Marino. La federazione speleologica sarda ha organizzato due campi, nel 2011 e 2013, per tentare di unire fisicamente le tre grotte. Nel 2013 la congiunzione tra Su Molente e Bue Marino è stata effettuata ma rimaneva ancora incompiuta quella con la grotta di Monte Longos. Grazie all’esplorazione del 3 giugno, il grande sistema carsico della Codula di Luna, la cui lunghezza complessiva si attesta sui circa 44 km, è stato congiunto alla grotta di Su Molente, e di conseguenza anche alla grotta del Bue Marino. Per compiere l’impresa è stato necessario quasi un anno di preparazione con otto escursioni organizzative e più di 100 speleologi di supporto agli speleosub.

Durante le escursioni preparatorie è stata installata una linea telefonica dall’ingresso di Monte Longos fino al primo sifone di immersione, sono stati completamente riattrezzati i passaggi ed è stato portato il materiale subacqueo e quell per la permanenza in grotta di quattro speleosub. Inoltre, il primo sifone, il più lungo, è stato risagolato. Il 2 giugno gli speleosub hanno lasciato il campo base per varcare l’ingresso di Monte Longos, accompagnati da cinque speleologi che li hanno aiutati in un’immersione abbandonata sin da subito da un sub a causa di un problema tecnico. I tre speleologi rimasti hanno proseguito l’esplorazione e si sono fermati al campo avanzato, tra il terzo e il quarto sifone, per riposare e rifocillarsi. Il 3 giugno i hanno continuato l’avvicinamento al precedente limite esplorativo dove si sono trovati davanti al sifone inesplorato e dove è cominciata l’avventura vera e propria. Il nuovo sifone è stato superato facilmente ma poi, dopo un tratto aereo di circa 60 metri percorso con le bombole in spalla hanno trovato l’ennesimo sifone, quasi come un piccolo lago. L’esplorazione è proseguita verso il fondo del laghetto che in realtà era la sommità di un’immensa galleria sommersa in cui, a una profondità di 26 metri, gli esploratori hanno ritrovato la sagola guida lasciata dagli speleosub cechi pochi anni prima. Un segno che ha decretato la congiunzione dei sistemi carsici e la nascita della grotta più lunga d’Italia

Sabato 4 giugno, alle 15.30, gli speleosub sono finalmente riemersi dal primo sifone e hanno telefonato dando la notizia dell’avvenuta congiunzione, che è stata accolta con applausi e urla di gioia dagli oltre 60 speleologi che affollavano il campo base esterno, in comune di Uruzlei.

Un successo arrivato dopo 25 anni di fatiche a cui hanno partecipato centinaia di speleologi supportati dal soccorso alpino e dagli amministartori del comune di Urzulei.

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