La Nuova Sardegna

Musei, ultimatum delle coop alla Regione

Cardia (Agci): se entro luglio non vengono incrementate le risorse saremo costretti a chiudere

11 giugno 2016
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CAGLIARI. Gli studiosi del passato si ritrovano a Cagliari per parlare del loro futuro. Ieri mattina un’ottantina di operatori culturali ha partecipato a un’assemblea convocata per decidere il da farsi dopo che la Regione ha ridotto le risorse destinate alla gestione di siti archeologici, biblioteche e musei. O meglio, è l’accusa che viene mossa da Agci Sardegna, il governatore Francesco Pigliaru non ha mantenuto la parola data a fine 2015. I toni, comunque, sono concilianti e le cooperative si dicono pronte ad aspettare i tempi della politica per vedere incrementate le loro risorse. Ma dopo i ballottaggi andranno di nuovo in Regione a battere cassa. All’appello mancano le risorse per coprire il 15 per cento del costo del lavoro e il 5 previsto per la gestione. Soldi che difficilmente potranno reperire dai Comuni, alle prese con casse sempre più vuote. «Non si può lavorare per ricevere l’80 per cento dello stipendio – afferma Sergio Cardia, presidente di Agci Sardegna, che ha organizzato la riunione di ieri insieme al comitato Nessuno a casa –. Noi abbiamo posto il problema alla Regione e ci auguriamo ci risponda quanto prima. Perché se entro luglio il Consiglio regionale, su proposta della giunta, non avrà integrato i fondi, non potremo che agire di conseguenza». Gli operatori si dicono fiduciosi che l’emergenza possa rientrare, ma in caso contrario sono pronti a chiudere siti, musei e biblioteche. «D’estate non lo faremo mai, è la stagione del turismo e non sarebbe giusto per nessuno, ma a settembre se non arrivano i soldi saremo costretti a chiudere o a ridurre gli orari».

Già alla fine del 2015 molte coop non erano riuscite a portare a termine l'anno e avevano dovuto chiudere al pubblico siti e musei. Solo all'ultimo la Regione aveva sborsato i due milioni e 600mila euro che mancavano all'appello per pagare gli stipendi degli operatori. «A dicembre Pigliaru aveva preso l'impegno che per il 2016 avremmo avuto le risorse per intero - spiega Cardia – ma la Finanziaria 2016 ha destinato alla gestione dei beni culturali risorse che coprono solo l'85 per cento del costo del lavoro e il 5 per cento delle spese generali riconosciute ai Comuni». Il sistema è formato da una quarantina di coop con 900 addetti ai lavori che si occupano di alcuni tra i più importanti siti dell'isola. Dal museo fenicio punico di Sant'Antioco ai sistemi bibliotecari di Sassari, Nuoro e Tempio, dall'area di Tharros a quella di Nora. (al.pi.)

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