La Nuova Sardegna

SOS RAZIONAMENTI»LA POLEMICA

di Giovanni Bua

SASSARI. L’incubo è iniziato. E, da ieri pomeriggio alle 15, praticamente tutta la città fa i conti con quello che sarà il copione da qui al 7 agosto: acqua chiusa fino a notte fonda, riserve (per...

16 giugno 2016
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SASSARI. L’incubo è iniziato. E, da ieri pomeriggio alle 15, praticamente tutta la città fa i conti con quello che sarà il copione da qui al 7 agosto: acqua chiusa fino a notte fonda, riserve (per chi può) da accumulare in serbatoi, vasche da bagno, bidoni e pentole. Qualche autobotte, per chi le può raggiungere. Vietata qualsiasi attività voluttuaria come innaffiare piante e lavare macchine, o anche lavare se stessi se si ha l’imprudenza di “arrivar lunghi” dalla passeggiata mattutina al mare.

Inferno annunciato a cui i sassaresi hanno risposto, almeno per ora, con rabbioso distacco. Allenati da anni di privazioni, culminate nell’orribile 2015: 13 ordinanze di non potabilità, alcune durate mesi, con il centro storico che ha avuto i rubinetti off-limits per 226 giorni su 365, seguito a breve distanza dal ben più popoloso Latte Dolce con 206 giorni e da Porcellana con 175. Ed erogazione a singhiozzo praticamente dappertutto, per interventi programmati e non, rotture improvvise, serbatoi inadeguati.

Tutto quello a cui Abbanoa promette di metter rimedio con l’intervento monstre iniziato ieri: «Al termine dei lavori, avremo tre chiariflocculatori in azione che potenzialmente potranno produrre sino ad 800 litri al secondo – sottolineano nel sito che aggiorna sui lavori in tempo reale–. A ottobre, con l’intervento al quarto, l’impianto di Bidighinzu sarà in grado di produrre 900 litri al secondo e permetterà di effettuare qualsiasi intervento senza più dover interrompere l’erogazione».

Quel che è certo è che, mentre la freccia di “svuotamento e pulizia della vasca” segna un laconico 10 per cento, e Abbanoa sottolinea come «il periodo migliore per attuare l’impermeabilizzazione è nei mesi più caldi», è proprio il caldo non ancora arrivato a far tremare i sassaresi. A poco serviranno infatti le autobotti dislocate qui e là in città quando, ad esempio, i serbatoi dei condomini non riusciranno a riempirsi dopo lo stop quotidiano di 12 ore che Abbanoa infligge alla città. E ad assaggiare la mancanza d’acqua inizieranno larghe fette della popolazione che fino ad ora sono passate immuni tra rotture ed ordinanze. E a niente serviranno le promesse di un servizio migliore quando ad avere problemi d’acqua inizieranno gli ospedali, gli uffici, o i locali pubblici, che si spera che di notte non saranno deserti. «Abbanoa conferma di non saper fare programmazione – attacca il sindaco Nicola Sanna –. Un intervento del genere, di questa lunghezza, in questa stagione, è frutto della disorganizzazione più totale. Noi ci stiamo attivando con protezione civile e volontari per sopperire a lacune già evidenti nella gestione, come quella degli anziani o dei disabili, che non hanno possibilità di accedere alle autobotti. Ma Abbanoa non pensi di poter scaricare questo servizio espressamente compreso nella carta dei servizi. Saremo inflessibili, e non esiteremo a tornare in Procura. Per il resto che questi lavori si facciano, e siano risolutivi come promettono. L’emergenza che questa città vive da anni è indecente e bisogna vederne la fine».

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