La Nuova Sardegna

Settimo Nizzi sindaco, Careddu cede di poco

di Enrico Gaviano
Settimo Nizzi sindaco, Careddu cede di poco

Un testa a testa di due ore per decidere il successore di Gianni Giovannelli Il deputato di Forza Italia nuovamente primo cittadino dopo nove anni

20 giugno 2016
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OLBIA. Testa a testa a sino all’ultimo voto. Alla fine Settimo Nizzi ha fatto lo sprint finale, conquistando la poltrona di sindaco di Olbia. Nizzi insomma ritorna a occupare la stanza più importante del palazzo umbertino che aveva lasciato nel 2007 a Gianni Giovannelli. La vittoria evidentemente è arrivata per due motivi: il fatto che le alleanze strette dopo il voto con Forza Olbia e L’altra Olbia hanno avuto il loro peso, mentre il Movimento Cinquestelle è rimasto per la maggior parte alla finestra, aspettando l’evolversi della situazione. Che ha premiato Nizzi, campione di una Forza Italia che se dalle altre parti arranca, a Olbia è viva e vegeta e ritrova lo sprint degli anni migliori.

Il testa a testa è andato avanti nello spoglio dal primo minuto, dalle prime 100 schede scrutinate. I due quartier generali si sono riempiti subito di gente desiderosa di sapere quanto prima il risultato. In via Roma, la sede di Carlo Careddu e della sua Coalizione democratica, in via Nanni la sede di Settimo Nizzi e della coalizione di Centrodestra. Le schede escono quasi a una a una, un vero e proprio stillicidio per le due tifoserie. C’è chi, smartphone alla mano, recita come un rosario i risultati: qui siamo avanti noi di 100, lì vince l’altro di 50. Insomma è stato però chiaro che sarebbe stato uno spoglio intensissimo. Curiosità nella curiosità, nel quartier generale del centrosinistra Settimo Nizzi va avanti a un certo punto e sembra essere irraggiungibile, in via Nanni, sede del Centrodestra, è Careddu davanti. Quasi uno scherzo del destino, quasi si volesse far soffrire le due sponde politiche della città che si stavano fronteggiando.

I dati, in effetti, non arrivano ai computer manovrati dagli smanettoni dei due schieramenti in maniera omogenea. Ognuno si fa inviare i risultati dai proprio rappresentanti di lista, si fanno le somme. Uno spoglio “casareccio”, che non tiene conto di quello che sarà il risultato finale, dello spoglio definitivo ufficiale. Ma tanto basta per far urlare di gioia a ogni “pacchetto” di voti che il proprio beniamino incassa, o a gettare nel più profondo scoramento quando invece a scattare avanti è l’altro candidato a sindaco. Capita, ad esempio, quando vengono caricati i risultati di Porto Rotondo, dove Settimo Nizzi ha fatto man bassa di voti, o, dall’altra parte, quando invece arrivano i risultati di Berchiddeddu, autentico feudo per Carlo Careddu. Avanti e indietro, insomma, come un elastico. Davvero pesante per chi segue con gli occhi letteralmente incollati allo schermo in cui vengono snocciolati i dati. La vittoria di Nizzi chiude ogni discorso, a cominciare da quello relativo ai lato di affluenza basso. Hanno votato 25.619 elettori, il 54,06 per cento, con un calo di dodici punti rispetto al primo turno. Entrambi gli schieramenti parlavano con convinzione del fatto che la pioggia avrebbe portato uno schieramento o l’altro alla vittoria, perché avrebbe aumentato il numero di votanti del proprio schieramento.

Il successo di Forza Italia era stata pronosticata poco prima dell’inizio dello spoglio da Giuseppe Fasolino, commissario gallurese degli azzurri e vero artefice di questo successo. «Nizzi vincerà – ha detto sicuro – con uno scarto di 1500 voti». Fasolino, consigliere regionale di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci non ha sbagliato il nome del vincitore, si è sbagliato solo sullo scarto. Ma in questo caso, come nel calcio, basta vincere 1-0. E Nizzi ha vinto. Nello schieramento della Coalizione Civica e democratica si recrimina sui temi utilizzati nella campagna, sul fatto che si è dato troppo peso al piano Mancini, di cui si è comunque fieri, e non si sono sottolineate le altre cose realizzate. O ancora, non aver attaccato Nizzi su altri terreni. Discorsi che però faranno parte dell’analisi politica dei prossimi giorni. Ora l’unica cosa certa è che Olbia, sia pure per una manciata di voti, ha spezzato il sogno di Careddu, lasciando la via libera al ritorno di colui che aveva già governato la città per nove anni e che ha festeggiato a tarda notte insieme a una fiumana di olbiesi che lo hanno sostenuto, con la simbolica presas del municipio.

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