La Nuova Sardegna

Olbia, il ritorno di Nizzi nell’ultimo fortino di Forza Italia

di Enrico Gaviano
Olbia, il ritorno di Nizzi nell’ultimo fortino di Forza Italia

L'analisi del voto: la vittoria al fotofinish del deputato azzurro, solo 357 voti in più di Careddu del Pd

21 giugno 2016
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OLBIA. Di fronte alla scelta fra un sindaco giovane, praticamente una novità e cioè Carlo Careddu, e l’usato “sicuro”, cioè Settimo Nizzi, Olbia è andata sulla seconda opzione. Per un pugno di voti, sia chiaro, 357 per l’esattezza, che rappresentano una percentuale inferiore all’1 per cento delle schede scrutinate, una inezia. Ma tanto è bastato a Settimo Nizzi per vincere la sua quinta corsa alla poltrona di sindaco, dopo aver perso per una sola volta nella sfida con Gianni Giovannelli del 2011. La città ha insomma scelto per l’uomo che la porta indietro al momento in cui con Nizzi sindaco, era davvero un’Olbia da bere: locali pieni d’estate e inverno, benessere, concessionarie d’auto che facevano faville, crescita demografica ed economica galoppante. Quell’Olbia non esiste più e non perché per nove anni il sindaco è stato Gianni Giovannelli, ma perché la morsa della crisi economica si è abbattuta come una scure su tutto l’occidente, e non solo sulla prosperosa Terranova. Ma tant’è, quando si va alle urne si può pensare anche di fermare improvvisamente il tempo, anzi, di poter tornare indietro alle stagioni belle di un’Olbia che non esiste più. Per Nizzi, insomma, il compito è doppiamente difficile. Prima di tutto perché non potrà avere a disposizione le ingenti risorse economiche che ha potuto manovrare per la città nel periodo 1997-2007. Secondo perché ha fatto molte promesse elettorali e la gente ovviamente si ricorderà tutto. L’elenco e lungo ma basta citare la cancellazione del piano Mancini, la cancellazione del Pul e del piano dei dehors, il nuovo progetto per il porto turistico per Maxi Yacht, il ritorno del Rally Mondiale in Gallura. Non una passeggiata insomma, ma impegni di grande difficoltà.

I numeri della vittoria. Spiegare i motivi della vittoria non è semplice, soprattutto se si pensa che il divario così ridotto sarebbe potuto essere anche a sfavore del deputato forzista. Magari una paio di strade con le buche, la pioggia violenta di domenica mattina, una visita in un quartiere fatta con troppo anticipo o al momento giusto. Chissà. Di certo si sa che, come al solito, il serbatoio di voti per Careddu è stato Berchiddeddu, mentre per Nizzi la fidatissima Porto Rotondo. Ma Nizzi ha stravinto anche a Putzolu (156 voti di vantaggio per lui) e qui si apre una ferita. Perché Nizzi era andato nella frazione proprio venerdì, mentre Careddu non lo ha fatto. E quello è un punto strategico del Piano Mancini e soprattutto della rivisitazione di Nizzi (con una vasca di laminazione che insiste proprio lì) che potrebbe aver determinato la sconfitta.

Altri conti da fare sono relativi alla straordinaria rimonta fatta da Nizzi che ha collezionato, rispetto al primo turno 4330 voti in più mentre Careddu si è fermato a 2558 voti in più facendosi erodere completamente il vantaggio accumulato il cinque giugno quando vantava 1453 voti in più rispetto al rivale. Sicuramente l’analisi del voto rileva come le alleanze strette da Nizzi, criticate da tante parti, hanno avuto il loro effetto: i 1941 voti accumulati da Balata al primo turno, come pure i 1702 di Forza Olbia, sono sicuramente arrivati a irrobustire in maniera decisiva il pacchetto di Nizzi. Distribuito in parti uguali invece l’elettorato di Cinquestelle, che però non è andato in massa a votare e in buona parte ha anche annullato la scheda.

La sconfitta. Careddu ha perso dopo esser sembrato nei primi mesi della campagna elettorale in vantaggio. A suo sfavore hanno giocato diversi fattori. Intanto la rinascita di Forza Italia a Olbia, grazie al “Nizzismo” ritornato in voga dopo anni (dal 2007 al 2013) in cui il pupillo di Berlusconi sembrava ormai destinato a ritirarsi a esercitare la professione di medico ortopedico. Invece grazie anche alla perfetta campagna elettorale pilotata dal commissario gallurese degli azzurri, Giuseppe Fasolino, Nizzi è risorto, sorpassando i sogni e i consensi dei pentastellati. Un altro motivo della sconfitta può esser fatto risalire alle faide interne al Partito democratico. Lo stesso Careddu lo ha ammesso: «Le divisioni non ci hanno giovato». La pace firmata in fretta e furia a pochi mesi dalle urne, non ha rimarginato le profonde ferite. Visibili anche domenica notte nel quartier generale di Careddu. Tanti i candidati ed esponenti del partito assenti, come se la partita non fosse affar loro. Invece lo era, maledettamente per tutto il centrosinistra olbiese.

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