Atenei sardi: «Iscrizioni in crescita», rettori contro il rapporto Bankitalia
Massimo Carpinelli, Sassari, e Maria Del Zompo, Cagliari, contestano i dati «Il calo delle iscrizioni riguarda il passato, ora nei numeri c’è il segno più»
SASSARI. Se il calo c’è stato, riguarda il passato. Perché il trend ora è positivo. I dati del report Bankitalia sul numero delle immatricolazioni nelle due università isolane hanno fatto fare un balzo sulla sedia ai due rettori Maria Del Zompo (Cagliari) e Massimo Carpinelli (Sassari). Che evidenziano il grande sforzo fatto per mandare in archivio il segno meno: la missione è stata compiuta in entrambi gli atenei che nell’anno accademico 2015-16 lhanno scorso hanno invertito la rotta: +9% di iscrizioni a Cagliari, +3,6 a Sassari.
I dati Bankitalia. Sono riferiti al periodo 2007-2014. Quello più significativo riguarda la diminuzione complessiva delle immatricolazioni di giovani di età compresa tra i 18 e i 20 anni: -21,2%, dice il report. Che sottolinea il divario tra il dato sardo e la media nazionale (-8%) e del Mezzogiorno (-16,2%). Non solo. Bankitalia evidenzia anche che nello stesso periodo un numero sempre maggiore di studenti sardi ha deciso di emigrare verso atenei della Penisola, con una crescita del 17%. Il quadro che viene fuori mettendo insieme le varie tessere del report Bankitalia è quello di un’offerta formativa insufficiente e non in grado di soddisfare la richiesta degli studenti. Ma, secondo i rettori delle due università, si tratta di una immagine fuorviante che non corrisponde alla realtà e non evidenzia gli sforzi compiuti nell’ultimo periodo a Cagliari e a Sassari.
Cagliari cresce. Parte dal +9% di iscrizioni nel 2015 per dire che, rispetto alla fotografia di Bankitalia, molte cose sono cambiate. Il rettore dell’ateneo cagliaritano Maria Del Zompo conferma che il calo, nel periodo 2007-2014, c’è stato e ha colpito «tutto il sistema universitario nazionale. A partire dall’anno scorso, però, c’è stata una inversione di tendenza. Merito soprattutto di un nuovo atteggiamento rispetto al passato: l’università cura con maggiore attenzione la comunicazione, illustra didattica e ricerca, spiega che nel nostro ateneo è possibile avere un’ottima formazione. Anche in questo caso, i primi risultati sono arrivati». Il rettore Del Zompo si riferisce alla percentuale di studenti sardi che si immatricolano in Sardegna: «La percentuale corrisponde all’85,83% del totale, è molto alta e appena inferiore a quella di altre regioni come l’Emilia Romagna (86,88%) ma superiore a quella del Piemonte (85,83%) o del Friuli Venezia Giulia (79,43%). Dunque non corrisponde al vero che i ragazzi sardi scappano sulla Penisola». E poi, aggiunge il rettore, sulla mobilità universitaria vanno fatti dei distinguo. «Ha senso parlare di un problema se le iscrizioni in atenei distanti sono obbligate a causa dell’assenza di una adeguata offerta formativa nella propria regione o se i ragazzi non hanno la possibilità di ottenere un alloggio o una borsa di studio. Molto diverso il caso di chi decide di fare una esperienza di studio e di vita lontano da casa: la mobilità, per il sistema universitario italiano, rappresenta un valore aggiunto».
Sassari c’è. Anche il rettore Massimo Carpinelli sottolinea che il rapporto Bankitalia «che riporta effettivamente una situazione drammatica che ha colpito l’intero Paese per diversi anni, offre un quadro che fotografa il passato e non tiene conto dei grandi passi avanti compiuti nel presente». Il rettore dell’Università di Sassari si sofferma sul notevole balzo in avanti sul numero delle immatricolazioni compiuto nell’ultimo triennio e in particolare nell’ultimo anno: «Gli immatricolati puri – all’esordio nel mondo universitario – sono passati da -12,4% a +3,6% tra il 2013-2014 e il 2014-2015. E quest’anno – continua Carpinelli – il nostro ateneo è terzo nella classifica Censis/Repubblica delle università medie, al primo posto nella graduatoria tra gli atenei del Sud». Il rettore sottolinea l’impegno per sviluppare un’offerta formativa unica in Italia «potenziando un’apertura internazionale che registra da 9 anni consecutivi un costante aumento di finanziamenti europei, legati all’Erasmus e ai progetti sull’innovazione». Tutto questo, ribadisce il rettore Carpinelli, nel rapporto Bankitalia non c’è. La speranza è che sia contenuto nella relazione del prossimo anno.