La Nuova Sardegna

Prezzo del grano, aziende in crisi

Prezzo del grano, aziende in crisi

L’allarme di Coldiretti: «Duecento rischiano di chiudere, intervenga il governo»

23 luglio 2016
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SASSARI. Il settore è in crisi. Non è un mistero, gli agricoltori lo hanno detto apertamente durante una manifestazione a Roma mercoledì, ma ieri lo ha ribadito la sezione sarda di Coldiretti che ha indicato anche il numero delle aziende agricole – solo nel nord dell’isola – che sarebbero in procinto di chiudere i battenti per colpa del crollo del prezzo del grano: 200. Un numero spaventoso che getta nuove ombre sul comparto produttivo e su quella che ormai tutti chiamano “guerra del grano”. «Da troppi anni viviamo una situazione paradossale», ha detto il direttore di Coldiretti Sassari e Gallura, Ermanno Mazzetti, «nonostante la qualità e la quantità prodotta nelle nostre regioni, oltre il 50% del pane e della pasta sono realizzati con farine di grano coltivato all’estero». In Sardegna, infatti, arrivano farine provenienti dal Canada, dagli Stati Uniti, e dai paesi dell’Europa dell’est. Il mercato, ovviamente, legge i prezzi dei grandi fondi del nord america e quelli dell’est, possibili grazie ai bassi costi di manodopera, come ribadisce Mazzetti: «Il crollo dipende delle quotazioni del mercato internazionale e le quotazioni attuali stanno mettendo in crisi le aziende e il territorio». Il futuro, poi, si annuncia disastroso: «L’importazione è cresciuta del 14% mentre i prezzi sono diventati insostenibili: 16 centesimi per il grano tenero e 18 per quello duro. E la Sardegna paga il conto più salato con 40mila ettari di territorio coltivato a grano e con una produzione, solo nel nord dell’isola, di circa 200mila quintali», ha concluso Ermanno Mazzetti che chiede al governo interventi che possano salvaguardare il settore.

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