La Nuova Sardegna

Pirastu: «La biobanca resta sarda»

Pirastu: «La biobanca resta sarda»

I campioni biologici e i dati raccolti da Shardna saranno studiati anche dal Cnr

27 luglio 2016
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CAGLIARI. Il dna dei sardi non si può vendere, si può soltanto studiare con l'obiettivo di elaborare nuovi farmaci e di scoprire il segreto della longevità custodito dalle famiglie ogliastrine. Sorpreso e anche un po' divertito dall'onda di interventi politici seguiti all'acquisizione del ramo d'azienda di Shardna da parte della società di biotecnologie Tiziana Life Sciences, il genetista Mario Pirastu intende rassicurare i titolari dei campioni biologici custoditi a Perdasdefogu e chi, forse per ragioni tutt'altro che scientifiche, soffia sul fuoco della polemica: "La proprietà dei campioni biologici è sempre stata e resterà dei cittadini che hanno contribuito alla ricerca, la società di Gabriele Cerrone ha acquisito dalla procedura fallimentare i diritti d'uso, nient'altro". Aperta una sede a Cagliari e costituita la LonGevia Genomics, che lavorerà solo sul patrimonio genetico raccolto in Sardegna da Shardna, l'azienda londinese non ha alcuna intenzione di realizzare lo scippo che alcuni hanno denunciato: "Posso garantire che ci sarà soltanto uno spostamento - sorride Pirastu, fondatore di Shardna e a lungo direttore del progetto scientifico che ha portato alla nascita del parco Genos - quando i dati conservati al parco tecnologico di Pula passeranno dalla stanza attuale a un'altra, pochi metri più in là". E' stato detto alla conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa e Pirastu vuole ripeterlo. Ammesso che nel villaggio globale offerto dalla rete sia lecito parlare di distanze, col mondo della ricerca impegnato a dialogare e a scambiare informazioni da un luogo del mondo all'altro sui canali telematici, le provette coi 230 mila campioni biologici prelevati negli anni dai 13 mila sardi coinvolti nel progetto non si muoveranno da dove si trovano: "E' una garanzia che sento di poter dare - conferma Pirastu - perché conosco Cerrone, so quali sono le sue intenzioni fin da quando con lui e Tiziano Lazzaretti abbiamo visitato i laboratori di Shardna. Resterà tutto dove si trova, non ho alcun dubbio".

Ma c'è dell'altro: se è vero che Tiziana Life Sciences ha pagato 258 mila euro al curatore fallimentare di Shardna per poter usare la biobanca sarda, è altrettanto vero che il Cnr - di cui Pirastu è un dipendente - manterrà un diritto d'uso parallelo a quello concesso agli inglesi. Come dire che il materiale biologico e i dati resteranno saldamente in mani pubbliche, nessuno potrà privatizzarne la proprietà o farne un'uso arbitrario.

Ma basteranno le garanzie ribadite da Pirastu per calmare le acque della protesta, una protesta che al momento in cui Renato Soru cedette Shardna al San Raffaele per due milioni di euro nessuno pensò di sollevare? "Da tempo sto cercando di mettermi in contatto con Piergiorgio Lorrai, il presidente del parco Genos - avverte il genetista - ma non sembra che voglia parlare con me. Vorrei comunque ricordargli che il consorzio non è un'impresa, è una compagine pubblica che deve promuovere la ricerca. Non esistono altri scopi oltre questo. I campioni di dna sono in capo al Cnr e non si allontaneranno dalla Sardegna, altrimenti io non avrei accettato di collaborare con la Tiziana Life. Spero che Lorrai, che ho trovato un po' rigido nella lettura di questa operazione, ne prenda atto e decida di collaborare". Nell'attesa, Pirastu ha in programma un nuovo passo in direzione della chiarezza: "Organizzeremo incontri pubblici con i sindaci, spiegheremo che cosa intendiamo fare e quali saranno i termini esatti dell'operazione di ripartenza della ricerca genetica in Sardegna. C'è la disponibilità di Cerrone a dialogare con chiunque abbia dubbi, col massimo della trasparenza. Siamo in presenza di una società pronta a investire milioni di dollari nello studio di nuove molecole, la nostra biobanca può essere la base fondamentale di scoperte importantissime. Credo che questo sia l'aspetto centrale, non i timori infondati che vengono manifestati in questi giorni». (m.l)

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