I calciatori: «Una notte di terrore»
I tre ex della Torres hanno avvertito il sisma a Rieti, dove giocano in serie D
SASSARI. «Ci siamo svegliati di soprassalto, il letto ballava e i muri stavano tremando. Sono stati attimi terribili ma per fortuna per noi non ci sono state conseguenze». Luigi Scotto, Alessandro Masala e Daniele Bianchi, calciatori con la valigia nel bel mezzo di un terremoto, difficilmente dimenticheranno quelle sensazioni. I tre giocatori sassaresi sono passati da poche settimane in forza al Rieti, in serie D, e martedì notte stavano dormendo nell’appartamento che la società laziale mette loro a disposizione. In città non si sono registrati danni particolari, ma gli appena 50 chilometri in linea d’aria di distanza dall’epicentro del sisma hanno fatto tremare anche il capoluogo.
«Ci sono state in particolare due scosse – racconta Scotto, che sino a due mesi fa vestiva la maglia della Torres –. Una fortissima e molto lunga, poi un’altra, forse un’ora più tardi, meno lunga e meno forte ma comunque spaventosa. Non mi era mai capitato in vita mia di trovarmi in mezzo a un terremoto, l’unica cosa che mi è venuta in mente di fare è stata scendere per strada, e così hanno fatto tutti gli altri. Siamo rientrati in casa solo dopo un paio d’ore».
Il bomber sassarese, cresciuto nel Genoa, ha pensato immediatamente a rassicurare i parenti in Sardegna. «Nei prossimi giorni la mia compagna sarebbe dovuta venire qui insieme a nostro figlio di appena un anno, ma in questo momento non ci sembra il caso e abbiamo deciso di rimandare. Il vero problema è che continuano a registrarsi scosse, e la speranza è che queste non creino ulteriori problemi, soprattutto per i soccorsi».
«Sono state ore veramente orribili», gli fa eco il giovanissimo Alessandro Masala, 19 anni, che negli anni scorsi ha vestito la maglia delle selezioni giovanili e ora fa parte di questa piccola colonia sassarese a Rieti. «Ora per fortuna va tutto bene, ma lo spavento è stato grande».
Un’esperienza simile a quella vissuta nel 1980 da Mario Piga, allora all’Avellino, in serie A, trovatosi suo malgrado coinvolto (senza danni) con sua moglie e suo figlio di neppure 2 anni nel devastante sisma che colpì l’Irpinia.
«Sì, per noi si è trattato in fin dei conti solo di un grande spavento – aggiunge Scotto –, ma sono molto triste al pensiero di tutte quelle vittime e delle persone che sono ancora sotto le macerie. Tutto questo è successo ad appena 50 chilometri da qua».