La Nuova Sardegna

Montiferru, nessun dubbio il maxi-incendio era doloso

di Piero Marongiu
Montiferru, nessun dubbio il maxi-incendio era doloso

Bilancio choc dopo la grande paura, cancellati pascoli e aziende agricole

26 agosto 2016
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SCANO MONTIFERRO. Era di origine dolosa l’incendio che mercoledì ha devastato i territori di Sagama, Sennariolo e Scano Montiferro. Nella zona di “Triganiu” (nella campagna tra Sagama e Suni) da cui sono partiti gli incendi, gli agenti della forestale hanno trovato 3 inneschi, distanti circa un chilometro l’uno dall’altro. In queste ore le indagini procedono a ritmo serrato e potrebbero portare all’individuazione dei responsabili in tempi brevi.

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La devastazione. Secondo la Regione ad andare in cenere sono stati 600 ettari. Altre fonti parlano di 3mila ettari di macchia mediterranea, vigneti, oliveti, coltivazioni e boschi ridotti in cenere. Uno spettacolo desolante: un paesaggio lunare fuligginoso, scuro e polveroso che gli uomini impegnati nelle operazioni di bonifica guardavano con tristezza. Un territorio al quale mani assassine, al servizio di menti criminali, hanno inferto ferite orrende. Il fuoco, nel suo macabro passaggio, ha inghiottito tutto quello che ha incontrato: aziende agricole, animali, fienili e scorte di foraggio. In pochi istanti il lavoro di una vita andato in fumo.

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Le fiamme. Alimentate dal forte vento, si sono riunite quasi subito dai tre punti d’innesco creando un fronte di svariati chilometri. Un muro di fuoco e fumo dal quale si stagliavano fiamme alte oltre 15 metri, che dopo aver lambito l’abitato di Sagama si è diretto verso Scano Montiferro e Sennariolo. Soltanto l’intervento dei mezzi aerei e del dispositivo di squadre a terra, coordinato dalla sala operativa di Fenosu, ha consentito di fermare l’incendio poche decine di metri prima che arrivasse ai centri abitati.

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I danni. «Sono ingenti – dice il sindaco di Scano Montiferro, Antonio Flore – ci sono persone che hanno perso tutto e non possono essere lasciate sole, questo sia chiaro». «Incendi delle proporzioni di quello che ha devastato il nostro territorio – aggiungono Cuccui e Giambattista Ledda, rispettivamente sindaci di Sagama e di Sennariolo – non si possono combattere con le squadre a terra. Quelle, semmai, devono intervenire in una seconda fase. Quando ci sono da effettuare le operazioni di bonifica. Quel genere di incendi può essere contrastato soltanto con i mezzi aerei. Ma due Canadair soltanto per tutta l’isola non sono sufficienti. Ce ne vogliono almeno il doppio, dislocati nei punti strategici dell’isola».

L’antincendio. I Canadair che hanno operato sul fronte del fuoco erano quattro ma due sono arrivati dalla Sicilia dopo le 17, mentre gli elicotteri impiegati erano 7. «La lotta contro gli incendi – ha detto Maria Piera Giannasi, responsabile della forestale oristanese – è molto difficile quanto quella contro gli incendiari». A chi le fa notare che gli incendiari si combattono anche con un’azione più incisiva dell’intelligence, la dirigente replica: «Il lavoro si sta facendo ma gli agenti di polizia giudiziaria hanno necessità del supporto, anche in via riservata, di tutti».

Nuovo allarme. Intorno alle 12.30 è partito un nuovo allarme. Le fiamme che sembravano spente sono ripartite da un bosco sotto il campo sportivo di Scano Montiferro. L’intervento immediato dei due elicotteri, che dalle 7 di mattina insieme ai due Canadair stavano effettuando le bonifiche, e di una squadra della forestale a terra, ha provveduto a spegnerle definitivamente. Intanto, i tre sindaci dei paesi coinvolti nella catastrofe, ieri mattina si sono ritrovati per fare una prima stima dei danni e chiedere alla Regione il riconoscimento dello stato di calamità naturale e degli indennizzi economici.

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