I fondi messi in freezer dalla burocrazia
La gestione delle risorse per le Secondarie è in capo alle ex Province commissariate
SASSARI. Quando i soldi ci sono restano chiusi in cassaforte. Problemi burocratici, lungo iter da seguire tra richieste di autorizzazioni e certificazioni che non arrivano. In altri casi a bloccare lo stanziamento destinato a interventi di manutenzione nelle scuole, spesso impellenti, sono le regole rigidissime imposte dal patto di stabilità. Ma da qualche tempo a complicare il quadro si è aggiunta la riforma di riordino degli enti locali. La cancellazione delle province, avvenuta dopo una lunga agonia e il continuo e incessante taglio delle risorse, è stata una mazzata per gli edifici scolastici. Perché la gestione delle scuole secondarie spetta proprio alle province ormai defunte e attualmente commissariate. Dice Maria Giovanna Oggiano della Cisl: «Quando le condizioni strutturali di uno stabile sono precarie è necessario non mollare mai la presa, eseguendo interventi di manutenzione puntuali. Invece i tagli delle risorse hanno provocato lunghi periodi di stop che hanno peggiorato moltissimo il quadro generale. Per esempio in provincia di Sassari i problemi finanziari della Multiss, la società che si occupa delle manutenzioni anche degli edifici scolastici, hanno causato uno stop di tre anni. E per la scuola che dirigo, il Tecnico Industriale, è stato un disastro». Al momento i commissari delle province fanno quello che possono con i pochi soldi che hanno in cassa. Ma anche sostituire un vetro o una lampadina manda in crisi il sistema. Con i dirigenti che fanno pressing sugli uffici competenti – comunali o provinciali – e quasi mai ottengono risposte tempestive. Il quadro è molto nebuloso, perché mentre la riforma di riordino degli enti locali va avanti, ancora non è chiaro come saranno distribuite le competenze. «Per ora – dice Luigi Canalis della Cisl – la Regione non ha preso in mano la situazione e dunque la palla resta in mano ai commissari». Nel frattempo ci sono realtà fortemente critiche che peggiorano giorno dopo giorno. Spesso, come nel caso delle palestre, si va avanti con tanti piccoli interventi che non risolvono il problema: in tante scuole gli spazi dove svolgere attività sportiva sono inagibili (quasi sempre per perdite d’acqua) e l’unica ginnastica si fa a passeggio nei corridoi. (si. sa.)