La Nuova Sardegna

All’Asinara vigilanza a costo zero

di Gianni Bazzoni
All’Asinara vigilanza a costo zero

Giommaria Deriu, guardia penitenziaria in pensione sorveglia l’isola protetta

01 settembre 2016
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ASINARA. Quando c’è arrivato la prima volta era un ragazzino in divisa, come tanti sardi dei paesi dell’interno aveva scelto (senza troppe alternative) di cercare l’occupazione nel campo militare. Era diventato da poco una guardia, di quelle che si occupano di carcere e detenuti e l’Asinara allora era il simbolo della lotta al terrorismo e alla mafia, ma anche “casa forzata” per i sardi condannati a lunga pena che sull’isola-carcere potevano lavorare. Giommaria Deriu oggi ha 56 anni e dall’Asinara non se n’è mai andato, neppure quando ha raggiunto il periodo della pensione. É uno dei “malati”, forse quello più “preso a fondo” e per restare su quella che considera ormai la sua terra e la sua casa ha rinunciato a tanto. É una sorta di guardiano, l’ultimo dei mohicani che non vuole rassegnarsi alla fine di un’epoca e a viaggiare con una valigia piena di ricordi che si perdono nel tempo.

Oggi è un pensionato-volontario, Giommaria Deriu. Niente retribuzione per la scelta di mettere le due competenze, le conoscenze e l’esperienza maturata in tanti anni, fino all’ultimo giorno da ispettore della polizia penitenziaria.

C’era stato un momento in cui sembrava che la sua idea, la disponibilità di un uomo libero potesse essere affondata dalla burocrazia che vede tutto attraverso schemi rigidi. E per un po’ era andato via dall’Asinara, ma si era ammalato. Con l’ansia nell’anima aveva sperato in un cambiamento, e alla fine era giunta la risposta del Ministero: si può fare. Non si cancella la memoria. Giommaria è tornato all’Asinara, la medicina migliore è stata l’aria dell’isola, il profumo del mare.

«Qui sto bene – racconta con una punta di emozione – l’Asinara è un luogo difficile ma bello e se ci hai vissuto una buona parte della tua vita non puoi fare a meno di vederla con occhi diversi». Lui non dirà mai alle persone che fanno ressa tra luglio e agosto «perché non venite a dicembre all’Asinara?». Perché Giommaria ci sta sempre e ogni giorno ha una sua storia, ogni stagione ha il suo profumo e i suoi colori. É diventato anche attore all’Asinara. A fianco di attori famosi come Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini ha recitato con gente comune ed ex detenuti. E poi, l’ultimo lavoro, quello più sentito che racconta dell’esperienza dei giudici Falcone e Borsellino all’Asinara. Un attore ripercorre la sua storia di agente ragazzino accanto ai simboli della lotta alla mafia. «Sono rimasto così – afferma – chi mi conosce lo sa: un uomo semplice che crede nell’educazione e nel rispetto. Ho sempre agito secondo coscienza, senza invertire i ruoli. E all’Asinara non era facile. Vorrei continuare così. Umile, senza rumore».

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