La Nuova Sardegna

Da Suni il rifiuto all’accoglienza dei profughi africani

di Alessandro Farina
Da Suni il rifiuto all’accoglienza dei profughi africani

La decisione arriva dopo un acceso consiglio comunale Il sindaco: «Non vogliamo imposizioni o ci dimettiamo»

05 settembre 2016
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SUNI. Per il Consiglio comunale di Suni, interrotto più volte e supportato dalle voci dei cittadini emerse durante il dibattito, non ci sarebbero le condizioni per l’arrivo e l’accoglienza dei migranti in una struttura localizzata all’interno dell’area urbana, e presa in carico da una onlus di Alghero.

Nonostante fosse domenica, ieri nell’aula consiliare del comune della Planargia era in programma una riunione straordinaria dell’assemblea politica che aveva all’ordine del giorno proprio l’emergenza migranti. Un argomento che non poteva aspettare, anche per dipanare eventuali dubbi o possibili equivoci: «Sia chiaro, nessuna discriminazione razziale o scarso senso di accoglienza da parte di un paese che ha nel volontariato uno dei suoi pilastri sociali. Il fatto è che non vogliamo subire imposizioni», ribadisce più volte il sindaco, Demetrio Cherchi.

Per dare ulteriore forza alle sue affermazioni, il sindaco ha minacciato le dimissioni dell’intera giunta in caso di arrivi non graditi. L’ultima ratio, l’ultimo messaggio forte inviato allo Stato. Dalla platea, intanto, piovevano suggerimenti tradotti nei punti da trasformare in richieste esplicite su accertamenti tecnici in loco e informazioni puntuali da parte della Prefettura di Nuoro.

L’assemblea. L’aula consiliare era gremita già prima dell’avvio della seduta. Tra il pubblico, una cinquantina di cittadini attendeva l’inizio dei lavori cominciati poi alle 19, in perfetto orario, quando il sindaco Demetrio Cherchi ha aperto la seduta e il dibattito, premettendo la necessità di fare il reale punto della situazione dopo il concerto di voci incontrollate che si sono rincorse sulla questione arrivo migranti: «Addirittura si è detto che qualcuno starebbe approntando un capannone nell’area industriale, oltre al fatto che il comune sarebbe stato a conoscenza di arrivi. Non è vero niente», afferma Cherchi. «Solo il primo settembre abbiamo scoperto che l’associazione The Others di Alghero aveva accreditato una struttura di proprietà di un imprenditore locale, una palazzina con sei appartamenti in via Bosa, come centro di prima accoglienza».

Le conferme. Dopo le comunicazioni di settembre, sono iniziati i contatti con la prefettura di Nuoro, che però non aveva annuniciato come imminente l’arrivo dei migranti, ma nemmeno l’avevano escluso considerando i continui sbarchi in Sardegna. «Ho esposto tutte le mie perplessità sull’opportunità di destinare arrivi al nostro paese – spiega il sindaco – in considerazione della scelta di una palazzina all’interno del centro abitato, e per il fatto che abbiamo vissuto situazioni estremamente difficili dal punto di vista dell’ordine pubblico, affrontate con molto lavoro, impegno e risorse». Condizione, a sentire il malumore del pubblico, che potrebbe cambiare repentinamente: «Non sappiamo chi arriverà, soprattutto cosa faranno tutto il giorno queste persone. Non ci sentiremo più liberi – dice una signora. «Occorre verificare l’idoneità dell’immobile; creare una commissione che quotidianamente senta la Prefettura e riferisca in tempo reale ai cittadini; coinvolgere gli amministratori e i rappresentanti politici del territorio e, se necessario, pensare a forme di lotta civile – hanno suggerito dalla platea, con in prima fila l’ex sindaco Antonio Falchi. Recepiti i suggerimenti, con in aggiunta la richiesta dal vice sindaco Emanuele Ruggiu indirizzata all’Anci, che secondo Ruggi dovrebbe occuparsi della questione, il pubblico ha chiesto anche di evitare le annunciate dimissioni paventate dalla maggioranza che, però, ribadisce: «Il punto è che noi non vogliamo imposizioni in questo campo, diventato un business su cui gravano sistemi che pensavamo dimenticati. Non è corretto, non è giusto e non è umanamente accettabile pensare a una accoglienza di questo tipo. E se ciò dovesse accadere, non saremo noi a gestire l’emergenza immigrati a Suni – ribadiscono sindaco e vice.

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