Migranti, il Consiglio si spacca
Sulle quote è saltato l'accordo tra maggioranza e opposizione
CAGLIARI. Il Consiglio regionale non è riuscito a votare un ordine del giorno unitario sull’emergenza migranti. Centrosinistra e centrodestra si sono affrontati a muso duro su tutto: dalle quote assegnate dal Governo alla Sardegna, il 3% degli sbarchi, alla rete di accoglienza, al problema complicato dei profughi non ancora maggiorenni la cui tutela è scaricata dalla prefetture sui sindaci. Nonostante nel dibattito maggioranza e opposizione abbiano detto più volte che «su un tema umanitario così delicato non devono esserci scontri ideologici o strumentalizzazioni», non hanno trovato un punto d’incontro. Il capogruppo Pietro Pittalis ha denunciato che «l’emergenza è continua e peggiorerà fino a quando non finirà lo scaricabarile: l’Europa sull’Italia, il Governo sulla Regioni e la giunta sui Comuni». L’assessore Luigi Arru ha replicato che «è vero che siamo al limite, ma la quota di quasi il 3% è stata superata di poco». Dal 20 giugno del 2014, giorno in cui è scattato il piano nazionale, in Sardegna sono arrivati 14.803 migranti. Oltre 13 mila trasferiti da altre regioni e 1.116 sbarcati in Sardegna: è il 3,24 % (la quota che sarebbe dovuta essere del 2,96) dei 467mila migranti accolti dall’Italia. L’assessore ha detto anche: «Il nostro sistema d’accoglienza ha funzionato ed è stato considerato fra i migliori. C’è invece ancora molto da fare sull’integrazione». Tutti i consiglieri hanno ribadito che «la solidarietà non può e non deve essere messa in discussione», ma le procedure seguite dalle prefetture non sempre hanno funzionato. Alla fine è passata solo la mozione presentata dal centrosinistra che impegna la Giunta a vigilare.