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Visite in carcere a Cellino, il pm: un anno di reclusione Mauro Pili

Mauro Pili all'ingresso del carcere di Buoncammino
Mauro Pili all'ingresso del carcere di Buoncammino

La Procura chiede la condanna per falso del deputato di Unidos accusato di aver portato come collaboratori Gigi Riva e l'imprenditore Sergio Zuncheddu. Il parlamentare: visito le carceri da dieci anni, mai nessuna contestazione

12 ottobre 2016
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CAGLIARI. Un anno di reclusione: è la condanna chiesta dal pubblico ministero Gaetano Porcu nei confronti del deputato di Unidos, Mauro Pili, accusato di falso nell'ambito dell'inchiesta sulle visite in carcere all'ex presidente del Cagliari calcio, Massimo Cellino, finito a Buoncammino nel febbraio di tre anni fa durante le indagini sulla realizzazione dello stadio Is Arenas a Quartu. Pili è finito a processo per aver portato in carcere con sé Gigi Riva e Sergio Zuncheddu.

All'udienza che si è tenuta il 12 ottobre, davanti al giudice del Tribunale di Cagliari, Stefania Selis, l'ex governatore della Sardegna era presente e ha rilasciato dichiarazioni spontanee al termine del dibattimento. «Svolgo l'ufficio di parlamentare da 10 anni - ha detto Pili - ogni mese faccio visite ispettive che mi hanno permesso di conoscere la situazione di varie carceri e singoli detenuti. In dieci anni mai nessuna contestazione. Inoltre non ho mai dichiarato che l'ex calciatore Gigi Riva o l'editore Sergio Zuncheddu fossero miei collaboratori, ma accompagnatori. E la norma mi è sempre apparsa chiara».

Le posizioni di Sergio Zuncheddu, editore de L'Unione Sarda, e di Gigi Riva erano state archiviate durante l'inchiesta. L'imprenditore e la storica bandiera del Cagliari calcio erano andati a fare visita a Cellino accompagnando il parlamentare, ma alla fine la Procura aveva chiesto di processare solo il deputato di Unidos.

«L'onorevole Pili ha violato le regole - ha detto il pm Porcu - Nessuna delle due persone portate in carcere aveva titoli per entrare in quell'occasione. Non c'è stata alcuna visita ispettiva. A mio avviso il dolo è pieno, dimostrato e evidente». Da qui la richiesta di condanna.

L'avvocato difensore Pasqualino Federici, nell'arringa, ha sostenuto che Mauro Pili non ha mai dichiarato il falso: «Forse ha sbagliato ma non ha detto il falso né ha commesso altri reati. Lo stesso modulo d'ingresso era generico e totalmente carente, tanto che poi è stato cambiato. Pili ha diritto di ottenere una sentenza che riconosca la sua assoluta buona fede». Il processo è stato aggiornato al 4 novembre per le repliche e la sentenza.

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