La Nuova Sardegna

Capo Frasca, indennizzi ai pescatori

Capo Frasca, indennizzi ai pescatori

Firmato a Roma, dopo 17 anni di attesa e di proteste, l’accordo per risarcire i danni provocati dalle esercitazioni militari

3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. L’accordo per gli indennizzi ai pescatori di Capo Frasca, prigionieri delle esercitazioni militari, ora c’è. È stato firmato dal Governo a Palazzo e subito i sindaci di Cabras, Terralba, Arbus l’hanno definito storico. A firmarlo sono stati il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che nei giorni scorsi s’era schierato a favore dei pescatori, e il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi.

Il risultato. L’accordo sblocca dopo ben diciassette anni gli indennizzi per i pescatori delle marinerie oristanesi e mette anche i presupposti per «una riperimetrazione delle aree interdette alla pesca a causa delle esercitazioni militari, attraverso anche nuovi calendari sulla chiusura dell’area».

La soddisfazione. «Il ministero della difesa e la Regione – è scritto in una nota della presidenza del Consiglio dei Ministri - hanno concordato d’integrare l’elenco delle marinerie che beneficiano degli indennizzo con quella di Capo Frasca. Il Governo si è impegnato a erogare i risarcimenti secondo le decorrenze stabilite». Il governatore Francesco Pigliaru ha aggiunto: «L'intesa raggiunta è un risultato molto importante, perché finalmente è garantita equità di trattamento anche ai pescatori di Capo Frasca. Sono circa 600 lavoratori che dopo diverso tempo vedono riconosciuti i loro diritti e potranno beneficiare degli indennizzi come tutti gli altri».

La lunga attesa. Era da 17 anni che la marineria oristanese aspettava di essere riconosciuta come una delle più danneggiate dalle servitù militari. «Credo che quello raggiunto Roma sia un risultato più che positivo per i pescatori e per le loro famiglie - ha commentato la deputata oristanese Caterina Pes del Pd – Gli indennizzi rappresentano il giusto riconoscimento di un diritto che sinora non era stato garantito a chi lavora in quel tratto di mare».

Lo sgombero. L’accordo prevede non soltanto gli indennizzi, ma anche lo sgombero temporaneo dei pescherecci solo nel periodo in cui sono in corso le esercitazioni e anche questa è una vittoria. Il blocco sempre e comune più volte era stato contestato. «È la vittoria della gente – dice Michele Schirru, vicesindaco di Arbus - ed è stata ottenuta dopo la mobilitazione dei pescatori e delle istituzioni». Si tratta di un risultato storico anche per Pietro Paolo Piras, sindaco di Terralba. «La giornata in cui è stato firmato l’accordo – ha detto – sarà ricordata anche per il fatto che segna un cambiamento delle strategie per lo sviluppo economico».

I sindaci. Quello di Cabras Cristiano Carrus, che un anno fa decise di mettere assieme i Comuni in questa sfida allo Stato, ha una certezza: «Finalmente alla marineria oristanese sono stati riconosciuti gli stessi diritti degli altri pescatori costretti a convivere con le servitù militari».

I tempi. Gli indennizzi saranno riconosciuti a partire dal 2015 e nel 2017 andranno a regime. Questo accordo segna la fine di una discriminazione che andava avanti da troppo tempo. Gabriele Chessa, presidente della Legacoop di Oristano, ha detto: «Abbiamo vinto grazie al lavoro di squadra. Dai pescatori ai Comuni, alla Regione tutti abbiamo lavorato per raggiungere questo storico traguardo». A sostenere a Roma le ragioni dei pescatori Roma c’erano anche: Raffaele Manca di Federcoopesca, Franco Zucca, presidente del Consorzio Cooperative Riunite di Marceddì, Emanuele Cera, sindaco di San Nicolò d’Arcidano e Antonio Ecca, sindaco di Arbus. Adesso, per i pescatori, si tratta solo di attendere l’arrivo degli indennizzi.

Primo piano
L’inchiesta

Gaia Costa morta a causa delle lesioni craniche

Le nostre iniziative