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Usi civici, scoppia la polemica Erriu: ratificato un dato di fatto

Usi civici, scoppia la polemica Erriu: ratificato un dato di fatto

CAGLIARI. La legge sugli usi civici, appena approvata dal Consiglio regionale scatena la polemica. Il gruppo di intervento giuridico non ha nascosto i suoi dubbi. E avanza l’ipotesi che il testo...

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CAGLIARI. La legge sugli usi civici, appena approvata dal Consiglio regionale scatena la polemica. Il gruppo di intervento giuridico non ha nascosto i suoi dubbi. E avanza l’ipotesi che il testo possa aprire la strada alla svendita di oltre 4mila chilometri quadrati. Secca è arrivata la risposta della dell’assessore agli Enti locali Cristiano Erriu. «La Regione non ha alcuna intenzione di svendere la Sardegna ai privati, come qualcuno sostiene – dice Erriu –. Gli usi civici rappresentano il diritto per una collettività di utilizzare terre di proprietà pubblica per fare legna, raccogliere funghi, pascolare e altre simili attività. Nel 2005 venne compiuto, in maniera parziale, l’accertamento di queste terre: un censimento che non venne fatto, data la complessità dell’argomento, sul posto, bensì sulla carta, così che furono classificate, come tali, terre che da lungo tempo non lo erano più e che erano anche state trasformate. È evidente che, nel tempo, in alcuni casi sia cessato questo uso e che quelle terre abbiano perso le caratteristiche che le contraddistinguevano. Per fare un esempio eclatante e di attualità, già dagli anni Sessanta, terre originariamente gravate da usi civici nel Comune di Portoscuso erano cessate nell’uso tradizionale e, come è documentato da fotografie d’epoca, utilizzate per la raccolta dei fanghi dello stabilimento industriale. D’altro canto, prima dell’accertamento, di molti usi civici si era persa la memoria. In casi come questo, come ribadito con buon senso dalla Corte Costituzionale, l’interesse economico collettivo è meglio garantito dal potenziale occupazionale dell’attività industriale che non dalle tradizionali attività di legnatico già abbandonate da tempo. La sclassificazione degli usi civici, solo e soltanto quando ne sia cessato da tempo l’uso collettivo e, nei casi in cui in conseguenza di ciò, sia stata modificata la natura dei luoghi, è una norma di buon senso che non viene introdotta dalla Regione. Dal 1985 le terre in cui sia stato accertato l’uso civico rappresentano anche e giustamente un bene paesaggistico, e che a quella data di molte di esse si era già perso l’uso civico».

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