La Nuova Sardegna

L’Insar continua a sollevare dubbi

di Alessandra Sallemi
L’Insar continua a sollevare dubbi

La polemica sulla gestione dell’ente: tanti consulenti e dipendenti sottoutilizzati

10 novembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Soltanto sette aziende beneficiate di robusti finanziamenti pubblici, la delibera regionale che individua i settori nei quali intervenire in alcuni casi palesemente ignorata, il dubbio sollevato in consiglio regionale e mai chiarito se sia stata davvero verificata una questione delicata, vale a dire «l’attinenza tra i settori delle aziende beneficiarie del bando del programma Ico e i codici di attività Ateco (sono i codici delle attività della Camera di commercio)»: la gestione dell’Insar, spa di proprietà pubblica che doveva favorire le politiche attive del lavoro, continua a sollevare interrogativi. Anche dopo la risposta dell’assessorato regionale al Lavoro all’interrogazione di undici consiglieri regionali dell’aprile 2016 perché, per dirla in maniera semplice, non si vede il risultato dell’azione di un numero di consulenti (129 nel 2015, saliti ancora nel corso del 2016) che non ha paragoni neppure con l’intera Regione. Non solo, l’Insar che ricorre a ripetute consulenze fornite anche (si evince dagli elenchi pubblicati sul sito) da nomi che si ripresentano, risulta avere ancora in servizio 21 dipendenti. La domanda è: tanti consulenti servono forse per rimediare all’obsolescenza delle professionalità interne dell’Insar? La Cgil risponde attraverso il segretario regionale Michele Carrus: «Là dentro ci sono persone con titoli, capacità, esperienza. Se non vengono utilizzati in modo adeguato è esattamente una responsabilità dell’ente. Il coinvolgimento assiduo dell’assessorato al Lavoro si sarebbe dovuto tradurre in un maggiore coinvolgimento dell’apparato Insar e non in tutte queste consulenze che, finora, hanno progettato interventi che poi non si fanno, come il progetto Ico-edili, che nasceva anche da una nostra spinta: bisognava che la risposta fosse rapida e invece siamo fermi al palo».

Francesco Agus, consigliere regionale di Sel, è stato il primo firmatario dell’ormai famosa interrogazione: «Da allora, da quando abbiamo sollevato i problemi, non c’è stato alcun cambio di passo. Il controllo analogo (il tipo di controllo sulla gestione stabilito dalla legge per una società partecipata pubblica da parte dell’ente di riferimento) della Regione nei confronti dell’Insar c’è, ma a fronte della spesa per la grande quantità di consulenti continua a non esserci tornaconto. Buona parte degli assessorati sono in difficoltà anche per incarichi di basso costo invece per l’Insar si consente questo pozzo senza fondo. L’attuale amministratore delegato di Insar venne nominato dalla giunta Cappellacci poco prima delle elezioni, cambiata la giunta c’è stata la volontà di mantenere alcune nomine della precedente gestione. Io dico che va bene, se il professionista nominato è bravo, ma in questo caso - sottolinea Agus - non si riesce a capire in che cosa consista la bravura che consente a questo amministratore di restare dov’è».

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative