Eurallumina, decisione ancora rinviata
Il vertice si chiude nella notte senza un sì. Rabbia tra gli operai che annunciano l’occupazione
CAGLIARI. La conferenza di servizi ha rinviato i lavori. L'incontro è stato aggiornato alla prossima settimana per consentire ulteriori approfondimenti tecnici in materia paesaggistica. Sono le notizie trapelate a tarda sera al termine della conferenza di servizi che doveva decidere sulla ripresa produttiva dell'Euralluimna di Portovesme. La rsu di fabbrica alle 22.50 secondo notizie ufficiose ha annunciato l'occupazione del palazzo regionale di Viale Trento. Le tute verdi sono decise a mantenere il presidio per capire e monitorare l'ultima fase che dovrebbe risolvere la loro vertenza. Sembrerebbe che il Ministero dei beni e delle attività culturali abbia espresso parere negativo su alcuni punti che nella riunione aggiornata nella prossima settimana dovrebbero essere chiariti.
Dopo due giorni di attesa che sembrava infinita ieri fino a tarda notte nel palazzo regionale i volti di operai, famiglie che attendevano un esito definitivo apparivano increduli e disperati. Gli operai sono decisi a continuare la loro battaglia nonostante le le difficoltà che durano da anni. Dopo tanta attesa, la delusione. La lunga notte di trattative finisce con un nulla di fatto. E si chidue con l’annuncio da parte dell’Rsu dell’occupazione. Le trattative che dovevano sbloccare la situazione dell’Eurallumina dallo stallo si sono di nuovo arenate. Nella riunione si doveva decidere sulle autorizzazioni del progetto di ripresa dell'Eurallumina di Portovesme. La mobilitazione generale delle tute verdi, ripartita due giorni fa, era arrivata sotto il palazzo della Regione. La conferenza, convocata dal servizio valutazioni ambientali dell'assessorato regionale e l'area ambiente della provincia del sud Sardegna, doveva decidere se concedere le autorizzazioni al progetto di rilancio della fabbrica presentato dal gruppo Rusal nel luglio del 2014 per la costruzione di un impianto di cogenerazione a carbone. Un piano di grande investimento che, se attuato, richiederebbe un centinaio di nuove assunzioni oltre al rientro in fabbrica di circa 357 lavoratori diretti e 270 degli appalti. Mano d'opera necessaria, sia per la costruzione della centrale di cogenerazione, sia per la ripresa produttiva della fabbrica specializzata nella produzione di allumina dalla raffinazione della bauxite.