La Nuova Sardegna

Barracciu, il pm va all’attacco Il 2 marzo l’imputata in aula

di Mauro Lissia
Barracciu, il pm va all’attacco Il 2 marzo l’imputata in aula

Spese per 81mila euro, l’investigatore della polizia conferma in aula le accuse all’ex eurodeputata La Procura rinuncia a sentire gli altri testi: saranno prodotti i verbali d’indagine. A giugno la sentenza

10 febbraio 2017
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CAGLIARI. Nella memoria difensiva, quella in cui il Francesca Barracciu provò a spiegare alla Procura come avesse speso la quota di fondi che il gruppo Pd le aveva passato ogni mese per quattr’anni, risultano somme di denaro pagate a Cagliari con la carta di credito. Ma in alcuni dei giorni indicati, i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria hanno scoperto che qualcosa non torna: in parte di quelle giornate l’ex sottosegretaria non si trovava nel capoluogo dell’isola, dove risiede, ma in Tunisia e in Austria. A ricordarlo è stato il pm Marco Cocco al processo in cui l’ex sindaca di Sorgono è imputata di peculato aggravato per aver speso 81 mila euro del consiglio regionale, giustificandone una quota - 33 mila euro - con le spese di carburante sostenute per impegni istituzionali.

In aula mezz’ora dopo. L’ex europarlamentare del Pd è entrata nell’aula della seconda sezione del tribunale con mezz’ora di ritardo, proprio mentre il difensore Franco Luigi Satta interrogava il luogotenente dei carabinieri Mariano Natale, uno degli investigatori che con indagini certosine hanno messo nei guai giudiziari gran parte degli onorevoli eletti in due legislature regionali. Il celebre penalista sassarese ha analizzato la relazione prodotta dalla Procura la scorsa udienza, che in accordo con la difesa ha sostituito l’esame dei due testi principali del pubblico ministero. Dalle sue domande e dalle risposte di Natale sono emersi alcuni dettagli dell’indagine: si è capito che la polizia giudiziaria ha scavato a fondo nell’attività della Barracciu quand’era consigliere regionale, dal 2004 al 2009, scoprendo che i viaggi istituzionali richiamati come giustificazione delle spese partivano da Sorgono e si concludevano a Sorgono, il paese d’origine dell’imputata, malgrado lei vivesse a Cagliari.

Cambio di residenza. C’è poi un anno, da settembre 2007 a settembre 2008, in cui la residenza viene trasferita da Cagliari a Sorgono, per ragioni che forse sarà l’esponente del Pd a spiegare all’esame in aula. Per adesso parlano i dati sui consumi di energia elettrica, registrati dall’Enel: «Non c’è mai traccia di consumi nell’abitazione di Sorgono - ha avvertito Natale - neppure nel periodo in cui la signora Barracciu risiedeva nel paese». Nessun commento dall’imputata, che ha ascoltato in silenzio seduta al fianco del difensore.

Il controesame. Il resto del controesame difensivo è stato un succedersi di conferme sugli esiti dell’inchiesta. I fondi per i gruppi? Secondo il luogotenente Natale venivano semplicemente divisi tra i consiglieri, nessuno dava conto delle spese. Un’indicazione su come e a chi andassero quei soldi? Niente, solo un rendiconto generale a fine anno, diviso per voci. Il presidente Massimo Poddighe ha provato a fare una sintesi: «Insomma, questi soldi venivano erogati e basta?». La risposta di Natale: «Sì, non risulta alcuna documentazione di spesa».

Tre sottogruppi. Risulta invece, come ha riferito il testimone, che il gruppo del centrosinistra alla tredicesima legislatura era nato diviso in tre gruppi, diventati gruppo unico del centrosinistra a febbraio 2008. Ciascun sottogruppo aveva però conservato un responsabile della cassa, che indicava al capogruppo centrale come dividere i fondi. C’erano anche quattro conti correnti, uno per ciascun sottogruppo e uno per il gruppo. Da quelli i soldi passavano nei conti privati.

Mensile garantito. Come per tutti gli altri, alla Barracciu spettava un mensile indipendentemente dai progetti di spesa o dalle spese compiute. Il rendiconto annuale non comprendeva alcuna indicazione dettagliata delle uscite, neppure quella - a chiederlo è stato il presidente Poddighe - per il carburante.

Verso la conclusione. Partito a rilento, il dibattimento volge rapidamente alla conclusione. Il prossimo 2 marzo l’imputata deciderà se sostenere l’esame in aula («è probabile» ha annunciato l’avvocato Satta) mentre per i testi rimasti dell’accusa l’accordo è di produrre i verbali d’indagine. Salvo intoppi, il 13 giugno sarà il giorno della discussione. La sentenza dovrebbe arrivare subito dopo.

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