La Nuova Sardegna

TASK FORCE DALL’UFFICIO REGIONALE

Arrivano gli ispettori: insegnante sotto inchiesta

di Stefania Vatieri
Arrivano gli ispettori: insegnante sotto inchiesta

NUORO. Task force dell’ufficio scolastico regionale per le “lezioni di sesso” dell’insegnante di religione: arriva la visita degli ispettori. Saranno in città lunedì mattina i funzionari ministeriali...

18 febbraio 2017
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NUORO. Task force dell’ufficio scolastico regionale per le “lezioni di sesso” dell’insegnante di religione: arriva la visita degli ispettori. Saranno in città lunedì mattina i funzionari ministeriali incaricati dal direttore dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani, di avviare un accertamento sulla vicenda dell’insegnante nuorese di religione cattolica, Giovanni Siotto, accusato da dirigenti e genitori di aver consigliato la lettura, da fare con mamma e papà, di due libri “Facciamolo a skuola” e “Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano principessa”. Nei due testi c’erano frasi di sesso esplicito accompagnate da un linguaggio scurrile.

La task force, come ha sottolineato al telefono il direttore dell’ufficio scolastico regionale Francesco Feliziani, ha l’obiettivo di chiarire la complicata vicenda attraverso «gli opportuni accertamenti del caso». Che tradotto significa sentire tutte le parti coinvolte nel rispetto dei diritti di ciascuno: l'insegnante Giovanni Siotto, i dirigenti scolastici, i professori, i genitori e gli stessi alunni. «Dopo questa prima fase ispettiva, che raccoglie le relazioni richieste ai quattro dirigenti scolastici, le rimostranze dei genitori e ovviamente il racconto del professore, gli ispettori produrranno una loro relazione – sottolinea Feliziani – e si procederà sulla base delle osservazioni degli ispettori». Questo è l'iter che il Miur riserva a tutti gli insegnanti coinvolti in procedimenti disciplinari, sanzioni o reclami.

Il meccanismo però si complica quando l'insegnante in questione è un professore di religione cattolica, stipendiato come gli altri dal ministero dell’Istruzione ma abilitato all’insegnamento dalla curia diocesana, che segnala anche i docenti al dirigente scolastico, il quale di solito conferma la nomina. Il mostro a due teste, nato dai famosi Patti Lateranensi (il concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica), prevede inoltre che la revoca dell'idoneità all'insegnamento della religione cattolica sia decisa in esclusiva dal vescovo, ma il docente misconosciuto dalla curia resta sul groppone del ministero dell'Istruzione. Nel procedimento disciplinare, recapitato dal dirigente Nazario Porcu all’insegnante Giovanni Siotto, si legge: «In seguito a varie segnalazioni ho appreso che il docente ha presentato argomenti sulla sessualità, senza un preventivo accordo con i genitori, attraverso l'esibizione e l'invito alla lettura di un libro contenente immagini e con esposizione inadeguata a bambini di prima media – scrive il dirigente nella lettera di richiamo –. Inoltre il giorno 8 febbraio ho verificato, attraverso la mia presenza in aula, che il docente Siotto non era in grado di gestire la disciplina consentendo agli alunni l’utilizzo dei cellulari per scattare foto, diffuse poi in chat violando il patto di corresponsabilità che insegnanti, genitori e alunni si sono impegnati a rispettare». La lettera si conclude con la convocazione del professore nell’ufficio del preside per consentire il contraddittorio.Sulla vicenda si è chiuso ieri nel silenzio più assoluto il vescovo di Nuoro, Mosè Marcia, convinto fino a qualche giorno fa dell’inadeguatezza dell'insegnante di religione: «Non può assolutamente continuare a insegnare a mio nome – aveva dichiarato –. Non è suo compito fare educazione sessuale agli studenti». Intanto il professor Giovanni Siotto ha nominato un avvocato di fiducia e si è rivolto al sindacato degli insegnanti della Gilda. (s.v.)

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