La Nuova Sardegna

Giù i prezzi, in Sardegna riparte il mattone. E la casa dei sogni è più grande

di Silvia Sanna
Giù i prezzi, in Sardegna riparte il mattone. E la casa dei sogni è più grande

L’isola esce dalla grande crisi che aveva paralizzato il comparto nel triennio 2012-2014. In aumento le compravendite grazie ai costi ribassati e alla maggiore facilità di accesso ai mutui

25 febbraio 2017
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SASSARI. Addio agli anni terribili, quelli dell’immobilismo: prezzi alle stelle, zero compravendite, agenzie e costruttori in piena crisi. Il peggio sembra essere passato, anche in Sardegna. I primi sussulti nel 2015, poi i segnali positivi confermati nel 2016, che si è chiuso con un +20%. Il 2017 è iniziato con un ulteriore calo dei prezzi, che ritornano su standard ragionevoli. Acquistare una casa non è più un sogno impossibile. E per chi ha soldi da investire questo è il momento migliore per fare fruttare il gruzzolo.

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I prezzi. Il mattone nell’isola resta mediamente caro, in linea con i dati nazionali. Acquistare casa in Sardegna costa più che nelle maggior parte delle regioni del centro sud, ma gli importi cambiano sensibilmente a seconda delle zone. Si spende di più nelle grandi città e nei centri costieri, meno nelle zone interne e nei piccoli centri. Secondo l’Osservatorio dell’ufficio studi di Immobiliare.it, il costo medio al metro quadro in Sardegna è 1969 euro, con prezzi che nella maggior parte dei casi oscillano tra 1550 e 2350 euro al metro quadro. Il calo nell’ultimo anno è stato dell’1,62%, molto più significativo il totale degli ultimi 10 anni, che in alcune zone ha fatto abbassare il prezzo degli immobili anche del 25-30%.

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Le province. La più cara è la Gallura seguita da Cagliari, in coda Oristano, Sulcis e Medio Campidano. Nel primo caso, a fronte di un importo medio al metro quadro di 2600 euro, a fare salire l’asticella sono i centri costieri, su tutti Arzachena: qui il mattone vola sino a 4650 euro. Sassari è solo terza, con i costi nel comune capoluogo leggermente inferiori a quelli medi provinciali. Dice Andrea Nicotra, responsabile Tecnocasa per il Sassarese: «Il calo dei prezzi ha determinato un aumento delle compravendite, grazie anche all’incremento dei mutui ipotecari erogati dalle Banche». Conferma Agostino Simula, responsabile dell’agenzia Tecnocasa per la zona di Luna e Sole-Carbonazzi e Serra Secca: «Il mercato è in ripresa, i prezzi hanno avuto un calo significativo. Oggi è possibile acquistare un trivano semi nuovo spendendo massimo 150mila euro. Nel 2007 ne servivano almeno 200mila». E anche i tempi si sono accorciati: la vendita si chiude mediamente entro 4-6 mesi, sino a due anni fa si arrivava anche a 8 mesi.

Le richieste. Il calo dei prezzi ha avuto un’altra conseguenza: acquistare una casa più grande è più facile. Nell’ultimo anno secondo lo studio di Immobiliare.it le tipologie di appartamenti più richieste sono state il trivano e il quadrivano. Secondo la maggior parte delle agenzie non c’è gara: il trivano batte tutti. Due camere da letto (e due bagni) sono giudicati fondamentali, una terza stanza può essere utile se ci sono più di due figli o per essere trasformata in uno studio. Tra le varie tipologie di abitazioni, solo 2 nel 2016 hanno fatto registrare un leggero incremento di prezzo: il quadrivano (+0,79%) e la villetta caposchiera (+0,38%). Giù invece il trivano (-2,9%), così come il bivano e le ville singole. Ma il calo più netto è quello delle mansarde: -6,31%, per un costo di 1750 euro a metro quadro, in assoluto l’importo più basso. La ragione può essere legata al fatto che in assenza di abitabilità è impossibile accendere un mutuo.

Gli affitti. Si va in controtendenza: a differenza delle vendite il calo non c’è stato oppure è appena percettibile. La media regionale è 7,75 euro a metro quadro al mese (dato di gennaio 2017): significa che per un trivano semi nuovo di circa 70 metri quadrati si spendono in media 542 euro, qualcosa in più per i trivani più datati e di più ampia metratura (dagli 80 ai 100 metri quadrati). Il prezzo degli affitti rispetto a un anno fa è cresciuto dell’1,4 per cento: il mese più caro – neanche a dirlo – è stato agosto, con picchi nei centri costieri.

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