La Nuova Sardegna

sindacopoli

Richiesta di archiviazione per due professionisti

di Enrico Carta

ORISTANO. Assieme agli avvisi di conclusione delle indagini arrivano anche i primi provvedimenti di archiviazione nell’inchiesta “La Squadra-Sindacopoli”. La rete della procura ha sempre avuto maglie...

07 marzo 2017
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ORISTANO. Assieme agli avvisi di conclusione delle indagini arrivano anche i primi provvedimenti di archiviazione nell’inchiesta “La Squadra-Sindacopoli”. La rete della procura ha sempre avuto maglie molto strette, ma non tutte le persone inizialmente indagate sono realmente coinvolte nel procedimento e così le loro posizioni, inizialmente marginali, sono ora del tutto estranee al sistema messo in piedi da una presunta associazione a delinquere nata per pilotare l’assegnazione di progetti e appalti pubblici.

Mentre per qualcuno ci sarà ancora da battagliare per dimostrare la propria innocenza, ad altri indagati sono bastati gli atti sin qui raccolti dalla procura o le loro deposizioni per arrivare alla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Armando Mammone. Sono gli ingegneri Adriano Schirru e Stefano Nonne, il cui nome era stato associato a quello di chi realmente sarebbe stato in grado di orientare le assegnazioni dei progetti pubblici nelle mani di chi faceva parte della Squadra degli appalti.

La non semplice lettura e comprensione del capo d’imputazione aveva inizialmente portato all’inclusione dei loro nomi all’interno del gruppone delle persone tuttora coinvolte nell’inchiesta. Gli ingegneri Adriano Schirru (difeso dall’avvocato Enrico Denti) e Stefano Nonne sono in realtà risultati essere estranei ai fatti contestati agli altri indagati e prosciolti con decreto di archiviazione.

Non ci sono però solo archiviazioni. Pur restando tra gli indagati, si è alleggerita di molto la posizione di Agostino Sandro Urru, inizialmente accusato di concorso esterno in associazione a delinquere. Ora le accuse contro di lui, come avevano provato a dimostrare sin dal primo momento gli avvocati Gian Luigi Mastio e Marcello Sequi, sono molto più leggere. Il funzionario dell’Anas, pur essendo tuttora coinvolto in una serie di reati legati all’assegnazione di appalti per le strade, non è più indicato come il referente della presunta associazione a delinquere che esercitava grazie alla sua posizione di dipendente dell’Anas.

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