La Nuova Sardegna

a oristano

Centrodestra, prove di unità E si rivede anche l’ex Massidda

Centrodestra, prove di unità E si rivede anche l’ex Massidda

ORISTANO. Il centrodestra sente profumo di elezioni anticipate, nazionali e magari anche regionali, e inizia a indossare l’abito dell’unità. Una sua rappresentazione plastica si è avuta ieri a...

08 aprile 2017
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ORISTANO. Il centrodestra sente profumo di elezioni anticipate, nazionali e magari anche regionali, e inizia a indossare l’abito dell’unità. Una sua rappresentazione plastica si è avuta ieri a Oristano dove i gruppi di opposizione, Forza Italia, Udc e Riformatori si sono ritrovati tutti insieme per discutere della Sardegna che vorrebbero. Rispetto alle iniziative del passato ieri colpiva la presenza di tutti i maggiorenti regionali dei partiti di centrodestra, impegnati a mandare un messaggio di unità al loro elettorato. «È un percorso che si avvia, e che deve portare alla definizione di un programma che sia il più possibile condiviso – ha detto in apertura il presidente del gruppo di Forza Italia in consiglio regionale Pietro Pittalis – uscendo dal Palazzo per informare i sardi di quello che abbiamo fatto in questi anni». Ad ascoltare Pittalis decine di amministratori locali, tutti i consiglieri regionali, senatori come Emilio Floris e persino fuoriusciti dai partiti ufficiali (ma co-fondatore del partito azzurro nell’isola) come Piergiorgio Massidda. Obiettivo dichiarato della prima di una serie di riunioni che si terranno anche negli altri centri sardi, la voglia di ricontarsi e di verificare «con il nostro elettorato, che non ci ha dimenticato anche se adesso non ci vota» le condizioni per riconquistare la Regione, e liberarla, come ha detto Pittalis «da una giunta regionale dei professori succube e subalterna ad uno stato centralista e nemico della nostra specialità». Il centrodestra ammette di sentire il fiato sul collo dei Cinque Stelle e vuole togliere acqua ai pozzi dei grillini. «Bisogna fare le primarie e scegliere così i nostri candidati – propone Valentina Pistis, dei Riformatori, consigliera comunale di Iglesias – basta con le decisioni calate dall’alto, basta con le élite chiuse e autoreferenziali». «Magari facendoci promotori dell’introduzione della preferenza di genere – ribatte la vicepresidente della commissione regionale pari opportunità». Gli interventi si susseguono rapidi sino a sera. C’è voglia di autocritica, impersonata dall’ex assessore e attuale capogruppo Udc a comunale di Oristano Giuliano Uras. «Il centrodestra esiste solo se supera i particolarismi che in passato ci hanno condannato alla sconfitta e ritrova l’unità». Compito non facile, come ammette Salvatore Sasso Deidda, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. «In passato abbiamo fatti troppi accordi col Pd e con vecchi democristiani camuffati da indipendentisti. Adesso basta». E sul programma Elena Serra, coordinatrice del Movimento Cristiano Forza Popolare, indica obiettivi chiari e non negoziabili: «Siamo sommersi da valanghe di immigrati e la Regione non fa nulla, così come accetta la beffa della vertenza entrate o del linguaggio di genere. A tutto ciò dobbiamo opporci». Piero Cannas dall’Ogliastra e Roberto Meloni dal Campidano ribadiscono la voglia di unità che si respira nelle periferie. I maggiorenti ascoltano in silenzio, sorridono e si danno grandi pacche sulle spalle o baci di circostanza. Il profumo delle elezioni si fa sentire sempre più forte, ma la strada per riportare il centrodestra sardo ai fasti di un tempo non sembra né facile né rapida.

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