La Nuova Sardegna

Scontri con la polizia a Capo Frasca, la Digos denuncia 54 antimilitaristi

Gli scontri tra antimilitaristi e polizia
Gli scontri tra antimilitaristi e polizia

L'episodio risale al 23 novembre scorso durante un corteo vicino al poligono militare, a Sant’Antonio di Santadi

13 aprile 2017
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CAGLIARI. Sono 54 i manifestanti denunciati dalla Digos di Cagliari per gli episodi di violenza avvenuti durante un corteo antimilitarista il 23 novembre scorso vicino al poligono militare di Capo Frasca, a Sant’Antonio di Santadi (Cagliari).

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Gli indagati sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, con le aggravanti del travisamento e della commissione del fatto da parte di più di dieci persone riunite e del lancio di corpi contundenti. Ad alcuni sono contestati anche i reati di violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e danneggiamento. Durante gli scontri con le forze dell’ordine, una decina di uomini delle forze dell’ordine, incluso il vicequestore di Cagliari, era rimasta ferita.

Alla manifestazione, inizialmente pacifica, avevano partecipato alcune centinaia di persone, 400 secondo la questura, provenienti da tutta la Sardegna. Una parte, fra i quali esponenti dell’area antagonista, si era staccata dal corteo principale, che fino a quel momento aveva sfilato senza incidenti, e aveva raggiunto la recinzione della base, disponendosi lungo il perimetro. A volto coperto un gruppo aveva tagliato tratti della rete metallica, per aprire quattro varchi dentro la base.

Gli operatori delle forze dell’ordine, dispiegati dentro il poligono, avevano impedito l’ingresso ai manifestati attraverso la recinzione danneggiata. Era poi seguito un lancio di pietre contro militari e agenti, ai quali il gruppo di manifestanti si era opposto con lastre di plexiglass cucite su uno striscione di tela, mentre altri avevano costituito una barriera umana per impedire l’avanzata delle forze dell’ordine. Per disperdere i manifestanti erano stati lanciati anche alcuni lacrimogeni. L’esame delle immagini girate e scattate in quell’occasione ha consentito alla Digos di identificare le persone responsabili dei disordini e del tentativo di irruzione nel poligono, anche di quelle che avevano agito a volto coperto.

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