La Nuova Sardegna

Sit in dei pacifisti: politica complice

Sit in dei pacifisti: politica complice

Annunciato da indipendentisti e movimenti un nuovo corteo il 2 giugno a Cagliari

17 maggio 2017
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CAGLIARI. Dalle basi militari al Consiglio regionale: la marcia dei pacifisti non si ferma. Se per loro da sempre l’Esercito e la Marina sono colpevoli, fanno parte delle «forze d’occupazione», hanno scritto in uno striscione, stavolta il bersaglio della protesta è stata la politica. «Con il suo silenzio, la Regione è complice», sono state le parole forti di Pier Franco Devias, leader di Liberu, uno dei movimenti ad aver organizzato il sit in sotto i portici del Palazzo. Insieme al Comitato Gettiamo le basi, al gruppo Su Giassu, alla Tavola sarda della pace, a Sardigna libera, Sardigna Natzione e alla Confederazione sindacale sarda, hanno chiamato a raccolta 250 antimilitaristi. Con cori, slogan e striscioni hanno rilanciato la sfida cominciata a Capo Frasca, Teulada e Perdasdefogu, le basi militari. «A fora de sa Sardigna», è stato il passaparola. Per loro l’ultimo affronto è stata l’esercitazione Mare aperto: «Il presidente della Regione – ha detto Bastianu Cumpostu – ha creduto alla favola che la Marina volesse bonificare il mare e liberarci dalle carcasse dei proiettili che sparano durante i giochi di guerra. La verità è un’altra: la Squadra navale ha allargato il suo campo d’azione da Teulada fino a Villasimius. Forse è riuscita a recuperare qualche pezzo inesploso, poi ha continuato a fare quello che voleva e aveva deciso. Anche l’aver ridotto di una settimana l’esercitazione è stata per i pacifisti solo una concessione di facciata: «In alcuni tratti del golfo – ha denunciato Claudia Zuncheddu – la flotta continuerà comunque a navigare fino al 20 maggio e nessuno sa per quali motivi». Secondo i movimenti, la politica doveva e deve fare di più contro le servitù militari. «È inaccettabile la sudditanza dimostrata verso il ministero della Difesa». Hanno protestato fino al tal punto da rifiutare la proposta del presidente dell’Assemblea, Gianfranco Ganau, che era pronto a ricevere una delegazione. «Abbiamo detto no all’incontro – ha sottolineato Devias – perché il Consiglio s’è accorto di quanto accadeva davanti alle nostre coste con 10 giorni di ritardo ed è assurdo». Il 2 giugno, Festa della Repubblica, i movimenti organizzeranno una contro-cerimonia, mentre qualche giorno prima il pacifista Alessandro Repetto, con una lettera inviata al prefetto, ha fatto sapere che si sdraierà davanti all’ingresso della fabbrica di bombe Rwn, a Domusnovas: «Voglio impedire che altre bombe partano dalla Sardegna e ammazzino la popolazione civile nello Yemen». (ua)

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