La Nuova Sardegna

La sentenza: sulle navi  militari esposti all’amianto 

di Alessandro Pirina
La sentenza: sulle navi  militari esposti all’amianto 

La Corte dei Conti di Cagliari decide sulla causa di un soldato contro il ministero L’avvocato: provvedimento senza precedenti, riguarda tutti i marinai imbarcati

01 giugno 2017
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SASSARI. I dipendenti della Marina militare per anni esposti all’amianto. A metterlo nero su bianco è stata una sentenza della sezione di controllo della Corte dei Conti di Cagliari. «Una sentenza storica», commenta l’avvocato Michele Martinelli, che ha portato avanti la causa di Salvatore Garau, arruolato dal 1981 al 2002, contro il ministero della Difesa. Al suo assistito, infatti, è stata riconosciuta l’esposizione all’amianto nello svolgimento del suo lavoro sulle navi della Marina. Ma la sentenza va oltre il caso specifico. «È il primo caso in Sardegna o addirittura il primo in assoluto per la marineria italiana – dice il legale del Foro di Sassari –. È una sentenza che farà da apripista. A tutti i marinai imbarcati è stata riconosciuta l’esposizione all’amianto oltre i limiti consentiti dalla legge. Un provvedimento che riguarda tutti i colleghi del mio assistito che hanno lo stesso storico». La sentenza è parziale, la Corte deve ancora decidere sul legame tra la causa di servizio e la malattia professionale, ma quel che è certo è che la decisione presa ieri farà giurisprudenza.
«È una vittoria storica – afferma Salvatore Garau, anche in qualità di presidente della Afeva, l’associazione familiari e vittime dell’amianto –. La sentenza riguarda la singola persona ma la valenza è enorme perché è riferita a tutti. Militari e civili con un curriculum lavorativo nelle navi della Marina». Per Garau la decisione della Corte dei conti sconfessa quanto affermato finora dall’Inail. «Ha sempre sostenuto che noi dipendenti della Marina non siamo stati sufficientemente esposti all’amianto. Anzi, lo sarebbero stati solo quelli di macchina, ma solo fino al 1995. La sentenza fa carta straccia di quanto affermato finora dall’Inail, perché a me è stata riconosciuta l’esposizione all’amianto fino al 22 novembre 1999, il giorno in cui ho avuto un grave incidente e ho dovuto lasciare il lavoro sulla nave». E proprio per questa posizione Garau boccia l’operato della commissione sull’uranio impoverito. «A giudicare sulla salute dei militari non può essere l’Inail, ma serve una sanità militare efficace». (al.pi.)

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