La Nuova Sardegna

pigliaru scrive al ministro costa 

Leggi impugnate battaglia con Roma

CAGLIARI. Da una parte c’è la partita ancora aperta degli accantonamenti, sono i soldi che lo Stato tiene per sé e non trasferisce alla Sardegna come dovrebbe, 684 milioni nel 2016, 781 milioni quest’...

16 giugno 2017
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CAGLIARI. Da una parte c’è la partita ancora aperta degli accantonamenti, sono i soldi che lo Stato tiene per sé e non trasferisce alla Sardegna come dovrebbe, 684 milioni nel 2016, 781 milioni quest’anno, dall’altra il governo sembra aver preso di mira, a torto o a ragione, le due ultime Leggi di stabilità della Regione. Se sulla prima partita la giunta aspetta ancora una risposta da Palazzo Chigi, sulla seconda il governatore Francesco Pigliaru ha chiesto un incontro urgente al ministro degli affari regionali Enrico Costa. Serve chiarezza, è la sostanza della lettera partita dalla Regione verso Roma, perché dopo che il governo ha impugnato la Finanziaria 2017, pare – scrive Pigliaru – «essere mutato l’atteggiamento in estremamente formale» ma allo stesso tempo «dal chiaro significato politico» e comunque sembra essere «un atteggiamento di fatto poco incline a realizzare l’auspicata collaborazione istituzionale». L’obiettivo della richiesta – è scritto ancora nella lettera – è uno solo: «Riannodare col governo i fili di un positivo e fattivo confronto». Bisognerà ora leggere quale sarà la risposta del ministro Costa, per capire se Palazzo Chigi ha davvero intenzione di andare al di là della forma e puntare alla sostanza nei rapporti con la Sardegna. Sostanza che sembra essere ancora lontana nel caso degli accantonamenti. Dopo l’ultimo incontro, ad aprile, fra l’assessore al bilancio Raffaele Paci e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Elena Boschi, il governo non si è fatto più sentire. La rivendicazione della Regione, come si sa, parte da questo principio: «Quelle che dovevano essere trattenute provvisorie e a tempo per far fronte al debito pubblico nazionale, sono diventate nei fatti un prelievo continuo e che anno dopo anno è andato in crescendo». Stando al dossier consegnato ad aprile, dal 2012 al 2017 lo Stato ha negato in tutto alla Sardegna 3,3 miliardi di trasferimenti e il picco è previsto nel 2018 con un ulteriore congelamento di 848,5 milioni. La Sardegna ha sollecitato invece che il contributo per risanare le casse pubbliche non dovrebbe superare i 184 milioni l’anno. Tra l’altro la Regione è anche in attesa di una sentenza della Corte costituzionale, perché ha ricorso contro l’obbligo di dover contribuire al deficit sanitario nazionale visto che i sardi la sanità la pagano tutta di tasca loro.

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