La Nuova Sardegna

Cozze, altri 150 ettari nel golfo di Olbia produzione record 

di Dario Budroni
Cozze, altri 150 ettari nel golfo di Olbia produzione record 

La mitilicoltura diventa sempre più un traino dell’economia Salto di qualità negli ultimi anni: ok al marketing territoriale

18 giugno 2017
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. La rivoluzione delle cozze è bella che pronta. Il golfo olbiese sta per fare da quinta naturale a una mega operazione che cambierà il futuro della mitilicoltura. Il consorzio dei molluschicoltori è da anni che lavora sodo per fare della cozza di Olbia uno strumento capace di generare molta più ricchezza di quanta ne generi ora. È una questione di giorni. Manca solo una formalità, una firma notarile, e poi i mitilicoltori olbiesi diventeranno ufficialmente proprietari di 150 ettari di nuove concessioni. Si tratta di un passo storico. In questo modo il consorzio olbiese, presieduto da Mauro Monaco, potrà puntare dritto verso la sua rivoluzione. Gli obiettivi sono di tutto rispetto: aumentare la produzione dei mitili, raddoppiare i posti di lavoro, andare a caccia di nuovi mercati e investire nel marketing territoriale.

Cooperative unite. A Olbia il settore della mitilicoltura, che aspira anche al marchio Igp, è un qualcosa di molto serio. È da un secolo che il golfo interno è punteggiato di pali e boe colorate. Numerose le famiglie che da sempre operano in mare. Tre anni fa è invece nato il consorzio dei molluschicoltori, che unisce ben 18 cooperative. Nel 2015 il consorzio olbiese è riuscito ad aggiudicarsi il bando sulle concessioni degli specchi acquei, mettendo fine a un lungo periodo di caos legato ai mancati rinnovi seppure le cooperative pagavano ugualmente i canoni. Così i mitilicoltori olbiesi si sono aggiudicati 150 ettari per 15 anni. Dopo un chilometrico iter burocratico, l’ultimo parere favorevole della Regione è arrivato a dicembre. Al momento manca solamente l’atto di concessione.

I numeri del futuro. Il consorzio dei molluschicoltori, che già dispone dei 150 ettari, una volta arrivata la firma notarile potrà sviluppare gli impianti esistenti e crearne di nuovi. Oggi, per esempio, sono 60mila i metri dei filari, mentre un giorno potrebbero addirittura triplicarsi. Per quanto riguarda le cozze, attualmente vengono prodotti 35mila quintali. Un giorno, invece, si potrebbe arrivare a quota 80mila. Numeri importanti e che potrebbero influire anche sui posti di lavoro. «I lavoratori impegnati nel golfo al momento sono una novantina – spiega fiducioso Mauro Monaco, presidente del consorzio –. E penso che nel giro di qualche anno questa cifra si possa anche raddoppiare».

Il simbolo di Olbia. Le parole «cozze» e «Olbia» viaggiano spesso di pari passo. Ma il consorzio dei molluschicoltori vorrebbe andare oltre. L’obiettivo è fare della cozza olbiese uno strumento di marketing territoriale, per promuovere innanzitutto la città ma anche la Gallura e tutta la Sardegna. «La cozza di Olbia non ha bisogno di tanta pubblicità. E questo perché è buona e molto conosciuta, e per fortuna si riesce a vendere tutto ciò che si produce – spiega Mauro Monaco –. Però potrebbe sicuramente funzionare da simbolo per promuovere Olbia. La cozza potrebbe diventare uno strumento capace di raccontare ciò che esiste e ciò che si può fare in città». I mitilicoltori, comunque, non vogliono camminare da soli. «Uno degli obiettivi è la collaborazione con le altre produzioni locali – aggiunge Mauro Monaco –. Come per esempio il vermentino, i formaggi, la fregola. Insieme possiamo promuovere la Sardegna».

I nuovi mercati. Una volta avviata l’operazione di rilancio, il consorzio che riunisce i molluschicoltori del golfo olbiese avrà anche la forza di promuovere nuove azioni e allargare i suoi orizzonti. «Per esempio, vogliamo supportare le singole cooperative nello sviluppare le proprie attività a mare e anche andare alla ricerca di nuovi mercati – spiega ancora il presidente Mauro Monaco –. C’è da dire, comunque, che già ora stiamo riuscendo a riconquistare diversi mercati anche fuori dalla Sardegna». Tra le altre cose in programma, l’investimento di risorse in ricerca, per migliorare il funzionamento del sistema, e l’istituzione di una serie di borse di studio.

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative