La Nuova Sardegna

La missione di EF: «Tutelare l’ambiente e aiutare l’economia»

La missione di EF: «Tutelare l’ambiente e aiutare l’economia»

Il manager Antonio Paese illustra i progetti della società «Stop alla frammentazione, saremo leader nel mercato»

17 luglio 2017
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SASSARI. La Sardegna è sotto la lente di Ef Solare Italia da diverso tempo. la campagna acquisti è iniziata due anni fa tra Sassari e Porto Torres. Antonio Paese, responsabile scouting societario, illustra strategie e obiettivi.

Quali sono gli impianti già acquisiti da EF Solare Italia in Sardegna? Dove si trovano e che potenza hanno?

«In Sardegna abbiamo attualmente 2 impianti a Porto Torres ed 1 a Sassari per complessivi 33 MW»

Quali sono gli altri impianti che la società è interessata ad acquisire e quali caratteristiche hanno o devono avere?

«Stiamo procedendo con acquisizioni in tutto il territorio nazionale tramite un approccio industriale volto a consolidare un mercato attualmente fortemente polverizzato per arrivare all’ottimizzazione operativa e finanziaria degli impianti. Siamo interessati ad impianti con potenza da circa 1 Mw in su»

Quali sono i progetti di EF Solare in Sardegna come nel resto d'Italia?

«Il nostro obiettivo è arrivare ad 1 Gw di potenza installata in Italia. La Sardegna è di particolare interesse per noi: vi sono molti impianti per una potenza complessiva installata superiore a 300 MW. Preferiamo quelli a terra, ma in Sardegna abbiamo grande interesse per le serre fotovoltaiche in cui abbiamo un importante know how legato alle nostre “Serre della Riviera dei Cedri”, a Scalea in Calabria»

A proposito di serre fotovoltaiche, nell’isola sono aperte diverse inchieste su finte serre che di agricolo non avevano nulla.

«Non posso esprimere un giudizio su casi che non conosco direttamente. Posso invece testimoniare la nostra esperienza positiva con le serre fotovoltaiche, in cui siamo riusciti a combinare l’energia pulita con l’attività agricola, dimostrando il virtuosismo imprenditoriale di una attività che rispetta eticamente l’ambiente e il territorio»

Quali potrebbero essere le ricadute di tipo economico delle vostre acquisizioni per il territorio isolano?

«Ricadute economiche dirette, tramite disponibilità di liquidità da reimmettere nel tessuto economico, per gli operatori che decideranno di cedere i loro impianti; ed importanti ricadute indirette, virtuose per tutto il territorio, per i fornitori di servizi agli impianti fotovoltaici che avranno la possibilità di interfacciarsi con un operatore di primaria importanza e quindi migliorarsi in termini di qualità ed efficienza del servizio reso»

Tra fotovoltaico, eolico e termodinamico, l'isola è una delle più grandi centrali elettriche d'Europa in cui l'offerta supera di gran lungo la domanda. Come si può sfruttare questo surplus energico in un'isola in cui l'industria pesante (chimica-metallurgica) è sul viale del tramonto?

«Innovazione è certamente il paradigma da declinare. In questo momento l’industria dell’energia è alla ricerca di processi e strumenti per migliorarsi ed evolversi seguendo l’importante transizione in atto. La Sardegna può sfruttare questa sua vocazione di produttore di energia per costruirvi intorno servizi e professionalità specifiche di qualità»

Avete trattative o contatti in corso con la Regione o altre istituzioni del territorio?

«In tutta Italia abbiamo trattative con i privati, il dialogo con le istituzioni e le associazioni imprenditoriali locali è cordiale, siamo attenti a rendere la nostra presenza sui territori chiara e visibile. In Sardegna stiamo valutando degli impianti ma ve ne sono molti che potrebbero interessarci, quindi l’apertura è rivolta a tutta la filiera». (si.sa.)

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